Cécile Kyenge
Il titolo della petizione non le manda certo a dire: «Costituzione, non vogliamo la riforma della P2». E infatti a lanciare la raccolta firme su Change.org sono stati Antonio Padellaro, Marco Travaglio e la redazione de Il Fatto quotidiano, che non hanno mai nascosto la loro avversione al governo Pd-Pdl contro il cui progetto di riforma costituzionale dunque si scagliano. La petizione ha raggiunto quasi 300 mila firme. E fra queste c’è anche quella di Domenico Grispino. Che non si è limitato a firmarla, ma se ne è fatto anche propagandista. Sulla sua pagina Facebook Grispino invita tutti a scagliarsi contro quel disegno di legge costituzionale «Perché è la Costituzione è di tutti e non di 4 somari, prestati alla politica, che se qualche cambiamento introducono lo fanno solo per il bene del partito e non per il bene comune». I 4 somari con cui ce l’ha Grispino appartengono dunque al governo, e sono guidati dal primo firmatario di quel disegno di legge che tanto scandalizza: Enrico Letta. È un’opinione fra le tante, ovviamente. Ma quella di Grispino fa notizia. Non per il lavoro che fa: è solo un dirigente del Consorzio attività produttive di Modena, dopo lunghi anni trascorsi da progettista alla Cmb di Carpi.
IDEE DIVERSE
Non per la militanza politica: è un renziano che ha fatto campagna per il sindaco di Firenze alle scorse primarie del Pd. Quel che rende molto particolare la battaglia di Grispino contro «la riforma della P2» scritta dal governo Letta, è sua moglie: Cécile Kashetu Kyenge. Che fra moglie e marito bisogna evitare di mettere il dito, è risaputo. E non sarebbe quella la prima famiglia dove i coniugi hanno idee assai diverse in politica. Che siano diverse al momento è tutto da dimostrare, però. La Kyenge fin qui si è espressa su temi a lei assai cari (come lo ius soli) che non fanno parte del programma di governo. Ma non si ricordano suoi giudizi sulle cose che il governo fa. Né pro, né contro. Chissà se Cécile ha le stesse perplessità del marito su quel disegno di legge costituzionale che il suo premier ha firmato.
E chissà se ha mai dato qualche occhiata a quella palestrina politica che il marito Domenico sfoggia sui propri social network. Ed è presumibile che questo avvenga, anche perché fra i suoi interventi ci sono naturalmente alcune ironiche difese della consorte dagli attacchi della Lega. Quando al vicepresidente del Senato Roberto Calderoli sfuggì quel maldestro commento sulla Kyenge paragonata a un «orango», Grispino non lo ha sfidato a duello. Ha preso una maialina - pupazzetto, le ha infilato una camicia verde a pois bianchi, l’ha fotografata sul cruscotto della sua auto, e ha chiesto alla rete di darle un nome. E nome fu: «La Caldarola». In fondo spiritoso. Poi ci ha preso gusto e il 29 luglio scorso ha fotografato una delle figlie con la maialina in mano che mangiava da un piatto. Commentando: «Buoni i diamanti!!! Tendenza 2012-2013 di bassa lega…». Un po’ più greve, ma in fondo chi la fa l’aspetti…
Meno leggera la serie di post dedicati da Grispino a Beppe Grillo, prima e dopo le elezioni. Quando il povero Pierluigi Bersani si umiliava in dirette streaming con il Movimento 5 stelle, il marito della Kyenge faceva il tifo per il «governo del cambiamento». Quando si è capito che da Grillo era arrivato un sonoro vaffa, a Grispino sono venuti i cinque minuti.
HEIL GRILLO
Così il 6 marzo scorso ha pubblicato integrale un discorso di Adolf Hitler contro i partiti politici durante la campagna elettorale del 1932, e ha paragonato Grillo e i suoi ai nazisti. Sparandola assai grossa: «Per chi ancora pensa che si possa dare credito a Grillo, è meglio che si prepari ai campi di concentramento». Il povero Grillo si è preso del nazista per il mancato matrimonio con il Pd. Eppure è stato proprio grazie a quel rifiuto che la Kyenge è diventata ministro…
di Franco Bechis
@FrancoBechis
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