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domenica 15 febbraio 2015
venerdì 17 gennaio 2014
Boicottate la festa ai carcerieri dei marò
Suonare
per i secondini dei marò dedicando il concerto dell'orchestra sinfonica
di Milano "all'India in occasione della Festa Nazionale" fa venire il
voltastomaco
Suonare
per i secondini dei marò dedicando il concerto dell'orchestra sinfonica
di Milano "all'India in occasione della Festa Nazionale" fa venire il
voltastomaco
Fausto Biloslavo
- Ven, 17/01/2014 - 08:27
I
marò sono ingiustamente trattenuti in India da quasi due anni ed in
Italia, invece che far quadrato, almeno simbolicamente attorno ai
fucilieri di Marina, ci mettiamo a strimpellare per gli indiani.
La musica è cultura, libera da condizionamenti, ma suonare
per i secondini dei marò dedicando il concerto dell'orchestra sinfonica
di Milano, Giuseppe Verdi, «all'India in occasione della Festa
Nazionale», fa venire il voltastomaco. Per non parlare dell'invito
all'auditorium di Milano del 26 gennaio, sovrastato dalla bandiera
indiana, annunciato dal console di un Paese che trattiene i marò da
troppo tempo. Verdi, compositore del Va' pensiero, si rivolta nella
tomba, ma gli orchestrali devono pure sbarcare il lunario in tempi di
vacche magre. Una buona idea sarebbe suonare oltre a Mahler l'inno del
reggimento San Marco, che è lo stesso della Marina militare. Giusto per
ricordare agli indiani un minimo di dignità nazionale. Oppure, per chi
ci crede, appuntarsi al bavero il fiocco giallo di solidarietà dei marò,
che campeggia sulla testata de il Giornale. L'esempio potrebbe darlo il
presidente della Fondazione che sostiene l'orchestra Verdi, l'ex
europarlamentare Pci, Giovani Cervetti famoso per «L'oro di Mosca». Ai
tempi del crollo del muro di Berlino fu anche ministro ombra della
Difesa dei comunisti. Sarebbe bello un fiocco giallo pure per gli ospiti
che proprio vogliono andare al ricevimento, a Milano o Roma, per la
65ima festa della Repubblica indiana. Altrimenti faremo la figura della
solita Italietta.
domenica 2 giugno 2013
Che vergogna, petizione pro marò Negli Usa, non qui
La richiesta all'Onu è di "monitorare il processo" indiano a Latorre e Girone, ormai imminente, e "promuovere un arbitrato intrenazionale"
La richiesta all'Onu è di "monitorare il processo" indiano a Latorre e Girone, ormai imminente, e "promuovere un arbitrato intrenazionale"
Fausto Biloslavo - Dom, 02/06/2013 - 08:47
Il 2 giugno sono gli italiani all'estero, che ci ricordano il valore simbolico, per la dignità nazionale, del caso marò con una petizione al segretario generale della Nazioni Unite Ban Ki moon.
I due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone
La richiesta all'Onu è di «monitorare il processo» indiano a Massimiliano Latorre e Girone, ormai imminente, e «promuovere un arbitrato intrenazionale». I due fucilieri di Marina «non sono terroristi, ma militari che combattevano la pirateria». Parole semplici ed efficaci che non risuonano in Italia, la patria della raccolta di firme per qualsiasi fregnaccia, ma oltreoceano. Da New York, Giorgio Caruso, che ha fondato il gruppo «Italiani nel mondo - salviamo i nostri marò» ha lanciato la petizione raccolta dalle pagine facebook delle famiglie Latorre e Girone. Margaret, la madre americana di Caruso, che negli anni Cinquanta è stata giornalista del New York Times, lo ha aiutato a scrivere il testo. In America se fosse capitato lo stesso per due marines, il Paese si sarebbe mobilitato e le tv avrebbero trasmesso il sito dove firmare la petizione. In Italia poco o nulla nonostante la festa della Repubblica coincida con oltre 15 mesi di «odissea» indiana per i marò. Il ministro della Difesa, Mario Mauro, ha invitato sul palco della parata ai Fori imperiali i familiari dei due fucilieri. Qualche ora prima li aveva chiamati a Delhi. L'ennesima, stucchevole telefonata dei governi italiani, che da un anno e mezzo promettono di risolvere il caso. Il ministro degli Esteri, Emma Bonino, ha chiesto «compostezza» e di «urlare» di meno. «Non so se dovrei bombardare l'India, rompere i rapporti commerciali, ritirare l'ambasciatore» ha aggiunto con una facile battuta. Forse dovrebbe solo rendersi conto, come il Giornale propone da tempo, che l'Italia è in grado di dimostrare un minimo di dignità nazionale ritirando per protesta le navi dalla flotta antipirateria al largo della Somalia. E se non bastasse scatenare un'analoga «rappresaglia» per le missioni in Libano ed in Afghanistan.
Per firmare on line la petizione all'Onu per i marò: clicca qui.
Per firmare on line la petizione all'Onu per i marò: clicca qui.
sabato 23 marzo 2013
L'India gela Monti e Terzi smentiti gli accordi sui marò Rischiano la pena di morte
POLITICA ESTERA DA DILETTANTI
L'India gela Monti e Terzi
smentiti gli accordi sui marò
Rischiano la pena di morte
Palazzo Chigi assicurava: "I caso di condanna non li ammazzano". Ma Nuova Delhi: "Nessuna garanzia sulla sentenza"
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giovedì 21 marzo 2013
L'ultima vergogna di Monti: i marò tornano in India
RETROMARCE E PROMESSE MANCATE
L'ultima vergogna di Monti:
i marò tornano in India
"Tanto non li ammazzano"
Prima del voto li ha usati per ottenere consenso. Ora il quasi ex premier li molla: "Abbiamo ampie rassicurazioni da Nuova Delhi"
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lunedì 24 dicembre 2012
Il delirio del Codacons contro i nostri marò
DI MARIO GIORDANO
L'associazione dei consumatori critica "lo sperpero di denaro pubblico" impiegato per riportare in Italia Latorre e Girone per le feste di Natale
di Mario Giordano
Adesso denunciano lo Stato perché ha portato a casa i due marò. Se non fosse una notizia, sarebbe una barzelletta: il Codacons ha presentato un esposto alla Corte dei Conti contro le spese sostenute per far rientrare dall’India Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i militari italiani arrestati in India con l’accusa di aver ucciso due pescatori. Secondo i guru dei consumatori si tratterebbe di «sperpero di denaro pubblico», esattamente come il rimborso del mojito al Trota e del lecca lecca al suo collega in Consiglio regionale. Anche il volo aereo di rientro, per dire, a detta dell’associazione sarebbe giustificato quanto quello di Mastella (con figlio) a Monza per il famoso Gp. Ma insomma, si chiedono: com’è possibile che ai due militari non sia stato chiesto, come minimo, il prezzo del biglietto? (...)
Mario Giordano, su Libero di lunedì 24 dicembre, vi dà conto del delirio del Codacons contro i nostri marò, i militari italiani accusati in India. L'associazione dei consumatori, infatti, critica quello che definisce "lo sperpero di denaro pubblico" che è stato speso per riportare nel Belpaese per le vacanze di Natale Latorre e Girone.
Leggi il commento di Mario Giordano su Libero di lunedì 24 dicembre
sabato 22 dicembre 2012
Licenza natalizia
I due marò sono tornati in Italia.
Secondo voi a gennaio dobbiamo
rimandarli in India?
SI'
NO
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giovedì 13 dicembre 2012
L'India arresta i marò e noi la premiamo
Continuiamo le missioni insieme. E in Libano il generale Serra ha perfino dato una medaglia a un ufficiale sikh
Continuiamo le missioni insieme. E in Libano il generale Serra ha perfino dato una medaglia a un ufficiale sikh
Fausto Biloslavo - Gio, 13/12/2012 - 08:47
Ancora 48 ore per sperare che Salvatore Girone e Massimiliano Latorre tornino a casa a Natale, se la Corte suprema indiana decidesse una volta per tutte il loro destino. Il giudice, Altamas Kabir, ha tempo oggi e domani per emettere la sentenza. Da lunedì la massima assise indiana va in ferie. Non a caso il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, volerà a Kochi domenica, dopo essere stato in Afghanistan. Tutti sognano che riporti a casa i marò, ma è ben più probabile che dovrà rincuorare i due fucilieri di marina in vista di un bel Natale in India. Per il governo era la linea del Piave di una strategia ultra morbida, che per ora non ha dato frutti. Talmente soft che, come ha scoperto il Giornale, a nessuno è venuto in mente almeno di congelare i rapporti con funzionari e militari indiani, soprattutto nelle missioni all'estero. Su uno dei fronti più importanti, il generale Paolo Serra, comandante della missione Onu in Libano, ha appuntato medaglie al petto dei soldati di Delhi e continuato a lavorare spalla a spalla con importanti funzionari di origine indiana, nonostante dieci mesi di ingiustizie subite dai marò. Non è colpa di Serra, un buon ufficiale, ma del governo Monti, che non ha osato mandare un segnale forte e chiaro all'India.
Si potevano almeno «raffreddare» i rapporti con gli indiani sul campo. Invece tutto è andato avanti come sempre. Il Giornale pubblica le fotografie che lo dimostrano. Il 9 dicembre, il vicesegretario generale delle Nazioni unite, Jan Eliasson, arriva nel sud del Libano per una visita ufficiale. Il generale Serra viene immortalato davanti alle bandiere dei contingenti impegnati nella terra dei cedri, con l'illustre visitatore e la sua delegazione, tutti sorridenti. All'estrema destra, in completo grigio, baffi, capelli color argento e carnagione olivastra si nota Mr. Sinha Ghirish. Dal sud del Libano confermano che si tratta del Director Mission Support, ovvero un alto funzionario civile dell'Onu di origine indiana. Non uno qualunque, ma il responsabile di tutta la logistica di Unifil a Naqoura nello staff del quartier generale sotto comando italiano.
Ieri il generale Serra non aveva tempo per rispondere al Giornale. Il portavoce civile della missione, Andrea Tenenti, si è limitato a precisare che «il Comandante è nominato dal Segretario generale dell'Onu. In quanto tale è al comando dei circa 12mila peacekeeper provenienti da 37 paesi. Tutti i paesi che partecipano alla missione Unifil non hanno agenda nazionale ma operano sotto la bandiera delle Nazioni unite». In pratica facciamo finta di niente se gli indiani hanno catturato Girone e Latorre, perché Serra porta il basco blu. Bisogna rimanere spalla a spalla con funzionari di origine indiana e soprattutto con i 7-800 soldati del battaglione di Delhi. A tal punto che altre fotografie immortalano il generale Serra mentre appunta una medaglia dell'Unifil sul petto di un barbuto ufficiale Sikh, con tanto di turbante blu, nella base dell'Indbatt nel Libano meridionale. La notizia è stata pubblicata su una rivista dedicata al personale dell'esercito indiano la prima settimana di maggio. Da Naqoura ben due portavoce non hanno risposto sulla data esatta della cerimonia. Serra ha assunto il comando il 28 gennaio, l'incidente dei marò è capitato il 15 febbraio ed in maggio, quando è uscita la notizia, Latorre e Girone erano in galera nel Kerala.
Nelle foto che accompagnano la cerimonia militare il comandante italiano è accompagnato dall'ambasciatore di New Delhi in Libano, Ravi Thapar e dall'onnipresente Girish Sinha, con il generale anche nella foto del 9 dicembre. Nel discorso ufficiale Serra «ha apprezzato il lavoro umanitario del battaglione» indiano.
lunedì 12 novembre 2012
La Provincia di Milano fa festa con gli indiani alla faccia dei marò
Gli enti locali finanziano il capodanno hindù, la ricorrenza che a causa delle vacanze dei giudici del Kerala ritarda il verdetto sui nostri fucilieri
Gli indiani, in tutto il mondo, celebrano in queste ore la festività più importante e sentita: il Diwali, la festa della luce, che è il capodanno degli hindù.
Ieri sera a Milano hanno fatto le ore piccole con cena e lotteria grazie al patrocinio della Provincia, nella sala congressi dell'ente governato dal centro destra. Il giorno prima avevano eletto Miss India in Italia.
Peccato che quest'anno due marò, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, siano trattenuti in India da quasi nove mesi e che all'orizzonte non si veda alcuna «luce» che li riporti a casa. Anzi rischiano di passare il Capodanno (nostro), oltre che il Natale, in libertà vigilata a Kochi, dove è iniziata la loro odissea. Non solo: il Diwali a Milano è sponsorizzato dal consolato di New Delhi, che rappresenta il paese che tratteniene i fucilieri del reggimento San Marco. E al danno si aggiunge la beffa della Corte suprema indiana, che ha in pugno la sorte dei fanti di marina e continua a rimandare la decisione. Si sperava in una sentenza risolutiva prima del Diwali, ma i giudici sono andati tranquillamente in ferie fino al 19 novembre proprio per la festa della luce.
«È sconvolgente scoprire che la Provincia sponsorizza le celebrazioni della comunità indiana per il Diwali, proprio la festa che permette alla corte indiana di rinviare ulteriormente la sentenza sul caso dei nostri marò, protraendone la prigionia» scrive al Giornale, Gianrocco Torio, che ha sollevato il caso. Milano è tappezzata di manifesti che annunciano il Diwali, presso il centro congressi di via Corridoni, con il simbolo della Provincia e il patrocinio del consolato. Il Diwali si festeggia in molte località italiane da Torino, con l'appoggio del Comune, a Roma, grazie alla presenza di 150mila indiani nel nostro paese.
«Il patrocinio lo abbiamo concesso ogni anno in nome degli ottimi rapporti con il consolato indiano e con la comunità. Però la nostra posizione in difesa dei marò resta chiara. Per primi abbiamo esposto le foto di Girone e Latorre», spiega al Giornale, Umberto Maerna, assessore della Provincia milanese. Il 99% delle sponsorizzazioni del genere passa per il suo ufficio, ma questa è stata decisa dalla presidenza. Il Diwali milanese si è tenuto ieri alle 19 con tanto di cena a prezzo politico e lotteria. I manifesti che l'annunciavano hanno i colori dell'India e lo stemma della Provincia.
«Personalmente ho ricordato i marò il 30 ottobre per le celebrazioni dei 70 anni di El Alamein e poi nella giornata delle Forze armate. L'impegno al loro fianco della Provincia continua», sottolinea Maerna. Di togliere il patrocinio al Diwali non se ne parla e nessuno ha chiesto agli indiani una presa di posizione netta in occasione del loro Capodanno, che per i marò certo non festeggiano.
Fra gli indiani d'Italia in molti sono convinti che Girone e Latorre devono tornare a casa per evitare ulteriori tensioni fra i due paesi. A cominciare da Vinod Sahai fondatore dell'associazione che ha organizzato il Diwali milanese. «Il braccio di ferro non serve a nulla. Stiamo lavorando per risolvere questa vicenda, ma adesso è tutto in mano alla Corte suprema. Se la Provincia ritirasse il patrocinio sarebbe controproducente» spiega Sahai al Giornale. «L'uomo che apre tutte le porte in India» è stato a Delhi per esercitare pressioni e ha incontrato pure i marò in libertà vigilata nello stato del Kerala.
Il Diwali è una festa in onore di Lakshmi, dea della fortuna e della ricchezza e sposa di Vishnu, che secondo la tradizione porta prosperità nelle case davanti alle quali sono accese piccole lampade a olio. E gli hindù onorano anche Ganesh, il dio elefante che aiuta a superare gli ostacoli e il dio Rama, che trovò la strada di casa illuminata proprio dalle lampade del Diwali.
In Italia, per la festa della luce, si accendono delle candele. A questo punto speriamo che servano pure per i marò bloccati in India e che la dea della fortuna li aiuti a tornare a casa.
www.faustobiloslavo.eu
Peccato che quest'anno due marò, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, siano trattenuti in India da quasi nove mesi e che all'orizzonte non si veda alcuna «luce» che li riporti a casa. Anzi rischiano di passare il Capodanno (nostro), oltre che il Natale, in libertà vigilata a Kochi, dove è iniziata la loro odissea. Non solo: il Diwali a Milano è sponsorizzato dal consolato di New Delhi, che rappresenta il paese che tratteniene i fucilieri del reggimento San Marco. E al danno si aggiunge la beffa della Corte suprema indiana, che ha in pugno la sorte dei fanti di marina e continua a rimandare la decisione. Si sperava in una sentenza risolutiva prima del Diwali, ma i giudici sono andati tranquillamente in ferie fino al 19 novembre proprio per la festa della luce.
«È sconvolgente scoprire che la Provincia sponsorizza le celebrazioni della comunità indiana per il Diwali, proprio la festa che permette alla corte indiana di rinviare ulteriormente la sentenza sul caso dei nostri marò, protraendone la prigionia» scrive al Giornale, Gianrocco Torio, che ha sollevato il caso. Milano è tappezzata di manifesti che annunciano il Diwali, presso il centro congressi di via Corridoni, con il simbolo della Provincia e il patrocinio del consolato. Il Diwali si festeggia in molte località italiane da Torino, con l'appoggio del Comune, a Roma, grazie alla presenza di 150mila indiani nel nostro paese.
«Il patrocinio lo abbiamo concesso ogni anno in nome degli ottimi rapporti con il consolato indiano e con la comunità. Però la nostra posizione in difesa dei marò resta chiara. Per primi abbiamo esposto le foto di Girone e Latorre», spiega al Giornale, Umberto Maerna, assessore della Provincia milanese. Il 99% delle sponsorizzazioni del genere passa per il suo ufficio, ma questa è stata decisa dalla presidenza. Il Diwali milanese si è tenuto ieri alle 19 con tanto di cena a prezzo politico e lotteria. I manifesti che l'annunciavano hanno i colori dell'India e lo stemma della Provincia.
«Personalmente ho ricordato i marò il 30 ottobre per le celebrazioni dei 70 anni di El Alamein e poi nella giornata delle Forze armate. L'impegno al loro fianco della Provincia continua», sottolinea Maerna. Di togliere il patrocinio al Diwali non se ne parla e nessuno ha chiesto agli indiani una presa di posizione netta in occasione del loro Capodanno, che per i marò certo non festeggiano.
Fra gli indiani d'Italia in molti sono convinti che Girone e Latorre devono tornare a casa per evitare ulteriori tensioni fra i due paesi. A cominciare da Vinod Sahai fondatore dell'associazione che ha organizzato il Diwali milanese. «Il braccio di ferro non serve a nulla. Stiamo lavorando per risolvere questa vicenda, ma adesso è tutto in mano alla Corte suprema. Se la Provincia ritirasse il patrocinio sarebbe controproducente» spiega Sahai al Giornale. «L'uomo che apre tutte le porte in India» è stato a Delhi per esercitare pressioni e ha incontrato pure i marò in libertà vigilata nello stato del Kerala.
Il Diwali è una festa in onore di Lakshmi, dea della fortuna e della ricchezza e sposa di Vishnu, che secondo la tradizione porta prosperità nelle case davanti alle quali sono accese piccole lampade a olio. E gli hindù onorano anche Ganesh, il dio elefante che aiuta a superare gli ostacoli e il dio Rama, che trovò la strada di casa illuminata proprio dalle lampade del Diwali.
In Italia, per la festa della luce, si accendono delle candele. A questo punto speriamo che servano pure per i marò bloccati in India e che la dea della fortuna li aiuti a tornare a casa.
www.faustobiloslavo.eu
http://www.ilgiornale.it/
domenica 4 novembre 2012
mercoledì 24 ottobre 2012
Le migliaia le mail inviate dai nostri lettori alla Ferrari, hanno convinto la scuderia: in India correrà con la bandiera della marina sulle monoposto, per non dimenticare Girone e Latorre, i due marò detenuti ingiustamente da otto mesi
VITTORIA DEL GIORNALE
Le migliaia le mail inviate dai nostri lettori alla Ferrari, hanno convinto la scuderia: in India correrà con la bandiera della marina sulle monoposto, per non dimenticare Girone e Latorre, i due marò detenuti ingiustamente da otto mesi
Le migliaia le mail inviate dai nostri lettori alla Ferrari, hanno convinto la scuderia: in India correrà con la bandiera della marina sulle monoposto, per non dimenticare Girone e Latorre, i due marò detenuti ingiustamente da otto mesi
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Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i due marò italiani, sono detenuti ingiustamente in India da otto mesi. Oggi la Ferrari, dopo migliaia di mail inviate dai lettori del Giornale, in sostegno a un'iniziativa nata sul web, ha acconsentito a correre il Gp in India con la bandiera della marina sulle monoposto. Un segno che ricordi che l'Italia non ha abbandonato i suoi uomini
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