La Germania, che fa tanto la
moralizzatrice con gli altri Paesi europei, è andata in default due
volte in un secolo e le sono stati condonati i debiti di due guerre
mondiali per consentirle di riprendersi. Fra i Paesi che le hanno
condonato i debiti, la Grecia, prima di tutto, che pure era molto
povera, e l’Italia.
Dopo la Grande Guerra, John Maynard
Keynes sostenne che il conto salato chiesto dai Paesi vincitori agli
sconfitti avrebbe reso impossibile alla Germania di avviare la
rinascita. L’ammontare del debito di guerra equivaleva, in effetti, al
100% del Pil tedesco. Fatalmemte, nel 1923 si arrivò al grande default
tedesco, con l’iperinflazione che distrusse la repubblica di Weimar.
Adolf Hitler si rifiutò di onorare i debiti, i marchi risparmiati furono
investiti per la rinascita economica e il riarmo, concluso, come si sa,
con una seconda guerra, ben peggiore, in seguito alla quale a Berlino
si richiese un secondo, enorme quantitativo di denaro da parte di
numerosi Paesi. L’ammontare complessivo aveva raggiunto i 23 miliardi di
dollari (di allora!)
La Germania sconfitta non avrebbe mai potuto pagare i debiti accumulati in due guerre, peraltro da essa stessa provocate.
Mentre i sovietici pretesero e ottennero
il pagamento della somma loro spettante, fino all’ultimo centesimo,
ottenuta anche facendo lavorare a costo zero migliaia di civili e
prigionieri, il 24 agosto 1953 ben 21 Paesi, Belgio, Canada, Ceylon,
Danimarca, Grecia, Iran, Irlanda, Italia, Liechtenstein, Lussemburgo,
Norvegia, Pakistan, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord,
Repubblica francese, Spagna, Stati Uniti d’America, Svezia, Svizzera,
Unione Sudafricana e Jugoslavia, con un trattato firmato a Londra le
consentirono di dimezzare il debito del 50%, da 23 a 11,5 miliardi di
dollari, dilazionato in 30 anni. In questo modo, la Germania poté
evitare il default, che c’era di fatto. L’altro 50% avrebbe dovuto
essere rimborsato dopo l’eventuale riunificazione delle due Germanie, ma
nel 1990 l’allora cancelliere Kohl si oppose alla rinegoziazione
dell’accordo, che avrebbe procurato un terzo default alla Germania.
Italia e Grecia acconsentirono di non esigere il dovuto.
Nell’ottobre 2010 la Germania ha finito
di rimborsare i debiti imposti dal trattato del 1953 con il pagamento
dell’ultimo debito per un importo di 69,9 milioni di euro.
Senza l’accordo di Londra che l’ha
favorita come pochi, la Germania dovrebbe rimborsare debiti per altri 50
anni. E non ci sarebbe stata la forte crescita del secondo dopoguerra
dell’economia tedesca, né Berlino avrebbe potuto entrare nella Banca
Mondiale, nel Fondo Monetario Internazionale e nell’Organizzazione
Mondiale del Commercio.
Quindi: che cos’ha da lamentare la
Merkel, dal momento che il suo Paese ha subito e procurato difficoltà
ben maggiori e che proprio dall’Italia e dalla Grecia ha ottenuto il
dimezzamento delle somme dovute per i disastri provocati con la prima e
la seconda guerra mondiale? La Grecia nel 1953 era molto povera, aveva
un grande bisogno di quei soldi, e ne aveva sicuramente diritto, perché
aggredita dalla Germania. Eppure… Perché nessun politico italiano
ricorda ai tedeschi il debito non esigito?
Roberto Schena
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