lunedì 3 gennaio 2011

"Non vogliamo la luna Ci basta una scala"

I residenti dei rioni adiacenti al cantiere della Statale 36 stanno lanciando una raccolta di firme per chiedere l'installazione di una scala che colleghi il tunnel pedonale alle fermate degli autobus su Fulvio Testi

Cinisello Balsamo, 1 gennaio 2011 - Anno nuovo, battaglia nuova. Il 2010 che è ormai alle spalle è stato decisamente un anno di cui i residenti e i commercianti della Cornaggia non vanno fieri; un anno da dimenticare in fretta a causa dei cantieri della Strada Statale 36 che tormentano residenti, imprenditori e anche i pendolari che hanno trascorso ore e ore in coda. E con il nuovo anno, che tutti si augurano essere migliore di quello passato, ecco una nuova «battaglia»: nei prossimi giorni infatti partirà una raccolta firme per chiedere la costruzione di una scaletta pedonale che dia la possibilità ai pedoni di uscire a metà del futuro tunnel di via Matteotti, senza dover percorrere tutto il sottopasso in compagnia delle automobili.

La necessità era emersa nell’ultimo incontro tra il rione e il sindaco Gasparini; ma adesso i cittadini hanno deciso di mettere nero su bianco la loro richiesta. «Abbiamo scambiato due chiacchiere con gli operai che stanno realizzando il sottopasso e ci hanno detto che la scaletta si può fare, solo che nessuno lo ha mai chiesto ufficialmente — spiega il presidente del Comitato spontaneo Cornaggia, Giuseppe Fazari —. Senza dover prendere per forza per vero quello che ci hanno detto, facciamo comunque partire una raccolta firme che presenteremo per riuscire ad ottenere quella scaletta, quasi vitale per tutti i residenti».

Il tunnel che collega via Cornaggia e via Matteotti, che darebbe la possibilità ai veicoli e ai pedoni di passare sotto la SS36, dovrebbe essere ultimato, stando agli ultimi annunci ufficiali «monzesi», entro il mese di marzo. La richiesta dei cittadini è molto semplice: fare in modo di poter avere una scala che a metà del tunnel porti in superficie a ridosso di viale Fulvio Testi sul lato cinisellese dove c’è e ci sarà la fermata degli autobus.

«Non mi sembra molto intelligente far percorrere ai pedoni tutto il sottopasso e costringerli poi a tornare indietro di parecchi metri per andare a prendere il pullman — aggiunge il presidente del comitato —. Non stiamo chiedendo la luna se diciamo che vogliamo semplicemente una scala che ci porti direttamente alla pensilina dell’autobus. Non è possibile che i residenti della Cornaggia debbano sempre e solo pagare». La raccolta firme dovrebbe partire nei prossimi giorni; intanto i lavori proseguono e tutti attendono di conoscere la data vera di fine dell’incubo dei cantieri.

di Andrea Guerra

domenica 2 gennaio 2011

TUTTO PRONTO PER I SALDI, A SESTO E MILANO INIZIANO IL 6 GENNAIO

Sesto San Giovanni -    Parte dal sud Italia (il 2 gennaio), la stagione dei saldi invernali. A Sesto e Milano i consumatori dovranno invece attendere il 6 gennaio per 60 giorni. Sei italiani su 10, secondo Confesercenti, sono intenzionati a fare acquisti importanti. Scettici invece i consumatori, che prevedono un calo delle vendite (circa il 20% sostiene il Codacons) ed evidenziano come sempre piu' persone vadano a caccia di occasioni online. 

Afghanistan, la salma di Miotto a CiampinoDomani i funerali della 35esima vittima


Ad accogliere la salma Gianni Letta, La Russa, il Capo di Stato maggiore Camporini e la Polverini. Assente Napolitano per un attacco influenzale

Il C130 dell'aeronautica militare italiana con la salma del primo caporal maggiore, Matteo Miotto, ucciso venerdì scorso da un cecchino in Afghanistan, mentre era di guardia in una base avanzata del Gulistan, è appena atterrato sulla pista militare di Ciampino.
linkIl padre: ditemi come è morto mio figliolinkTutte le foto degli italiani morti in AfghanistanvideoGuarda il video: chi era Matteo Miotto

sabato 1 gennaio 2011

Carosello E dopo tutti a nanna! 3 febbraio 1957 1 gennaio 1977

Carosello
Lo spazio pubblicitario che ha chiuso i battenti nella primavera del '77 per fare spazio ad altre ben più aggressive forme di pubblicità, è stato per molti bambini della generazione degli anni '60 lo spartiacque fra la giornata dei doveri e dei compiti e il momento dello svago e dei sogni ad occhi aperti.
La ragione è semplice: quel breve programma era rappresentato dalla messa in onda di cinque comunicati pubblicitari (non esisteva ancora la parola spot) preceduti da brevissimi telefilm, per lo più costituti da cartoni animati (o da veri e propri pupazzi parlanti). Insomma, tutto ciò che può fare la gioia di un bambino. Salvo il fatto che, poi, quello stesso bambino era costretto ad andare a letto, motivo per cui il programma rappresentò per molti, in verità, una sorta di spartiacque bifronte. Non a caso, anche nel linguaggio comune prese piede la frase: "Ti mando a letto dopo il Carosello", espressione di innocua e simpatica minaccia nei confronti dei piccoli telespettatori. 

Nato il 3 febbraio 1957 (con un ritardo di un mese e due giorni sulla data annunciata in precedenza, il 1° gennaio 1957), il programma era il frutto di un compromesso tra le dirigenze della RAI ed i rappresentanti delle maggiori imprese industriali che vedevano nel mezzo televisivo enormi potenzialità commerciali. La RAI impose allora alle aziende di produrre pubblicità sotto forma di spettacolini o di scenette. Tale scelta era dettata anche dal fatto che si volevano evitare il più possibile le critiche di coloro che pagavano il canone e che non apprezzavano la pubblicità in televisione. La produzione di questi mini-film fu demandata nientemeno che all'industria cinematografica nazionale, il che garantì standard qualitativi ed inventivi indubbiamente alti. Ogni spot doveva ad ogni buon conto rispettare regole molto rigide. 

Anzitutto, bisogna considerare che ogni spot aveva il tassativo limite temporale di 1 minuto e 45 secondi dei quali solo 20-30 potevano essere dedicati alla menzione del prodotto, il nome del quale non poteva essere ripetuto più di tre volte; la scenetta, inoltre, doveva essere separata nettamente dal codino pubblicitario finale, cosa oggi davvero impensabile. Un ciclo pubblicitario era costituito poi di quattro (ma successivamente anche di sei) spot che erano trasmessi a distanza di dieci giorni l'uno dall'altro. Naturalmente, un controllo molto severo era esercitato anche sui contenuti. 

Non dovevano esserci riferimenti espliciti o impliciti o incoraggiamenti all'amoralità, al sesso, alla violenza, al vizio, alla disonestà. Una curiosità, anch'essa per noi ormai inconcepibile, consiste nel fatto che fossero esclusi gli spot sulla biancheria intima e nel fatto che vi fosse l'esplicito divieto di nominare parole considerate di cattivo gusto come "forfora", "sudore", "depilazione", e così via. Naturalmente la struttura narrativa non poteva prescindere dall'happy end di prammatica e dall'esaltazione della modernità vista solo in chiave di progresso benefico e continuo. 

Spazio pubblicitario rigorosamente separato dal resto dei programmi, nel piccolo contenitore del Carosello sono comunque nate piccole storie che, nell'arco di qualche minuto, tenevano gli utenti inchiodati al video, tramite il sapiente uso di tutti i linguaggi disponibili nella comunicazione video: dallo sceneggiato al disegno animato, al balletto, al mimo, al gioco plastico, alla conferenza stampa, alla musica lirica, al coretto di montagna: il tutto con l'unica finalità di comunicare il famoso "messaggio commerciale" ed incentivare la propensione ai consumi, in un'Italia ancora in piena ubriacatura di Boom economico. 

Non bisogna inoltre dimenticare che Carosello è stato una palestra per molti dei futuri grandi nomi dello spettacolo o della regia, uno spazio in cui essi potevano sperimentare le proprie doti a costi accessibili e senza incappare in produzioni ciclopiche e intimidenti. Di fatto, poi, la trasmissione aveva un così alto gradimento di pubblico (con la nascita di quelli che potremmo definire i primi "tormentoni", rappresentati da neologismi o frasi inventate dai pubblicitari), che famosi attori non disdegnarono di partecipare a queste scenette.Fra i registi che compaiono in un ideale albo d'oro di Carosello, si possono dunque scorrere nomi come quelli dei sofisticati fratelli Taviani ed Ermanno Olmi, mentre fra gli attori è sicuramente da ricordare la partecipazione del grande Eduardo De Filippo e del futuro premio Nobel Dario Fo. 

Altra caratteristiche fondamentale che contribuì alla fenomenale riuscita e popolarità di Carosello, furono le sue memorabili sigle, improntate all'allegria e al buonumore. L'unico cambio, in questo senso, avvenne verso la metà degli anni '60, e precisamente nel '63. La vecchia sigla ideata da Luciano Emmer, musicata da Raffaele Gervasio e sceneggiata da Nietta Vespignani fu cambiata con una nuova sigla disegnata da Manfredo Manfredi, i cui quadri a tempera raffiguravano le piazze delle città di Venezia, Siena, Napoli e Roma.

L'Estonia da oggi è entrata nell'area euro


Da oggi 1 ° gennaio 2011, anche l'Estonia, ex repubblica sovietica, sarà entrerà ufficialmente a far parte dell'area euro. E' il 17esimo paese entrato nell'area della moneta unica e il terzo paese ex comunista, dopo la Slovenia nel 2007 e la Slovacchia nel 2009.
"Con l'ingresso dell'Estonia nella zona euro, più di 330 milioni di europei stanno ora utilizzando le banconote e le monete in euro", ha detto in un comunicato stampa José Manuel Barroso, presidente della Commissione europea.

Dopo aver abbandonato il rublo, Estonia ha agganciato la sua moneta, la corona, al marco tedesco e, poi implicitamente all'euro dal 2002.
Soprannominata "la tigre del Baltico" per la sua rapida transizione verso un'economia di mercato e per la sua crescita impressionante, l'Estonia ha aderito all'UE e alla NATO nel 2004, nel 2007 aveva tentato di adottare l'euro ma aveva mancato il suo obiettivo a causa della forte inflazione.
Il paese è stato poi duramente colpito dalla crisi globale, ma per soddisfare i criteri di Maastricht, il governo ha promosso una serie di misure di austerità.