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venerdì 24 agosto 2012

LA TRATTATIVA Equitalia, porta in faccia dai Comuni: "Vogliamo esattori più umani"


L'Anci dice no alla proposta di collaborazione dell'Agenzia. Delrio: "No a nuovi carrozzoni pubblici"

I Comuni dicono no a Equitalia: "Vogliamo esattori più umani"
Il sindaco di Reggio Emilia al Corriere della Sera: "Vogliamo una riscossione più attenta e vicina ai contribuenti"
Equitalia tende la mano ma i Comuni dicono ancora no. La proposta dell'Agenzia delle Entrate di creare una nuova società insieme agli enti locali per la riscossione trova decisamente contrario il presidente dell'Anci Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia: "E' l'unica cosa che non vogliamo", dice al Corriere della Sera. La situazione è abbastanza complessa. Equitalia per propria iniziativa ha deciso di tirarsi fuori dal business dal 2013, quando le attività di riscossione saranno interamente a carico dei Comuni (che già dal 2006 hanno la facoltà di riscuotere tributi, ma che hanno preferito fin qui affidarsi all'Agenzia per le riscossioni coatte). Il problema è che facendosi da parte lo stato dovrà farsi carico di circa 1.000 dipendenti pubblici in esubero. La speranza era, appunto, che nonostante la retromarcia di Equitalia i Comuni trovassero un accordo con l'agenzia pubblica. E invece no, perché i sindaci vano per la propria strada e continuano a sondare le società private. "Vogliamo una riscossione più attenta, più vicina ai contribuenti, più umana", attacca Delrio, sottolineando come l'unica cosa da evitare sia "ricreare un carrozzone pubblico". Bisogna fare presto, però, perché con l'abolizione dell'esecutività immediata delle cartelle fino a 2.000 euro (la maggior parte, sottolinea Mario Sensinisul Corriere, sono multe stradali) si profilano voragini e buchi neri nei già traballanti conti dei Comuni italiani.

domenica 29 luglio 2012

TARTASSATI I Comuni raddoppiano le multe per far quadrare il bilancio Una tassa occulta di 35 euro per ogni italiano, che nelle grandi città diventa di almeno 100 euro

I Comuni raddoppiano le multe
per far quadrare il bilancio
In Italia, in media, negli ultimi tre anni, sono state  staccate ogni anno circa 14 mln di multe, 1.600 all’ora, che  portano nelle casse dello Stato circa 2 miliardi di euro all’anno

Nelle grandi città e nei piccoli comuni. Da Milano a Piove di Sacco (Pd), senza eccezioni. Le multe si confermano la voce di entrata più gettonata per far quadrare i conti. Anzi, le aspettative delle amministrazioni crescono: l’obiettivo di gettito per il 2012 è ovunque più alto, in qualche caso raddoppiato rispetto al 2011. E’ quanto emerge da un’indagine dell’Adnkronos sui bilanci di previsione dei comuni, che aggiorna le stime per l’anno in   corso.
La previsione dell’incasso, indicata ufficialmente nel bilancio di previsione approvato dal consiglio comunale, viene infatti costruita partendo dal dato dell’anno precedente e puntando ad un incremento percentuale, in nessun caso inferiore al 10%. In media è del 20%, ma si registrano vere e proprie acrobazie contabili nei comuni in cui, pur di pianificare il pareggio di bilancio, si arriva a raddoppiare la cifra dell’anno precedente.
Emblematici i dati delle grandi città. A Milano è del 12,8% la previsione di aumento delle entrate per le sanzioni emesse dalla Polizia Locale rispetto al 2011, passano da 93 milioni di euro del consuntivo 2011 ai 105 milioni previsti per il 2012. Il comune di   Bologna ha invece inaugurato la stagione della 'tolleranza zero' sulle  multe non pagate. Non a caso, dopo i cali registrati nei due anni precedenti, nelle previsioni di bilancio del Comune è previsto un deciso aumento del gettito proveniente dalle violazioni al codice della strada: 52,4 mln per il 2012. In linea Firenze, con multe per oltre 51 mln nel bilanciopreventivo 2012.
Passando ai comuni più piccoli, calano ovviamente i numeri assoluti ma è il rapporto con gli abitanti a rendere i dati significativi. Trento, 117mila abitanti, e Cittadella (Pd), 20mila   abitanti, hanno più o meno lo stesso obiettivo, a 2 mln di euro. Il gettito preventivato dal comune di Pistoia, 90mila abitanti, è di tre  volte superiore, pari a 6 mln. Ad Avezzano (Aq), 40mila abitanti, si punta a 1,1 mln; a Parma, 188mila abitanti, si vogliono incassare 11,4  mln. E in molti casi, viste le previsioni troppo ottimistiche, a  metà anno, più o meno in questo periodo, è il caso di accelerare con le multe per centrare il target fissato. Emblematico il caso di Pavia: l’obiettivo indicato in un documento consegnato dal comune alla  polizia locale, a inizio anno, fissa un incremento delle multe per il 2012 del 20% rispetto al 2011.
Nei comuni ancora più piccoli spesso la situazione diventa quasiparadossale. A Orbetello, 15mila abitanti, è rilevante lo scarto rispetto all’anno scorso: per il 2012 sono previste più multe per 253mila euro. Piove di Sacco (Pd), 19mila abitanti, vede più che raddoppiata la previsione di incassi da multe: al capitolo destinato alle sanzioni del codice della strada, sono indicati proventi per 690 mila euro. L’anno scorso erano 350 mila. Nel piccolo comune vicentino   di Piovene Rocchette le multe sono diventate un vero e proprio 'caso'. Il sindaco Maurizio Colman ha denunciato quello che ritiene un vero e   proprio sabotaggio, per ragioni sindacali, da parte degli agenti della  sua polizia locale che avrebbero volutamente operato per non raggiungere il target fissato. Su un bilancio che ammonta complessivamente a 5.576.512,55 euro complessivi, i proventi stimati delle contravvenzioni ammontano a 980mila euro.
I numeri nazionali, del resto, sono inequivocabili. In Italia, in media, negli ultimi tre anni, sono state  staccate ogni anno circa 14 mln di multe, 1.600 all’ora. I ricavi,   sommando quelli assicurati dalle polizie locali (circa 1,6 miliardi di euro) e da quelle nazionali, Polstrada e Carabinieri (circa 400 milioni di euro), portano nelle casse dello Stato circa 2 miliardi di euro all’anno. Una cifra che si traduce in un tassa occulta di 35 euro  per ogni italiano, che nelle grandi città diventa di almeno 100 euro.
C'è poi il problema dell’impiego delle risorse che arrivano dalle multe. La legge, nello specifico l’articolo 208 del Codice della  Strada, prevede che almeno il 50% dei proventi vadano reinvestiti in attività a favore della sicurezza e della prevenzione degli incidenti  stradali. Una prescrizione che viene spesso disattesa. Anche in questo caso, andando a verificare nei bilanci, si trovano comportamenti virtuosi e meno, tanto che poi in sede di bilancio consuntivo si evidenziano macroscopiche violazioni della legge. A Trezzo sull'Adda (MI), il comune destina 70.000,00 dei   proventi derivanti da sanzioni amministrative pecuniarie per violazione alle norme del Codice della Strada, stimati per l’esercizio  2012 in 140.000 euro, alla manutenzione delle strade e alla sicurezza stradale. A Monza, la Polizia locale ha rinnovato il parco auto e ha pagato sei Alfa Romeo 159 station wagon, una stazione mobile e uno scooter elettrico con i proventi delle sanzioni previste dal codice della strada.
http://www.liberoquotidiano.it/

lunedì 25 giugno 2012

Il governo dimezza le Province Ecco quelle che verranno cancellate



Abruzzo: Pescara, Teramo
Basilicata: Matera
Calabria: Crotone, Vibo V.
Campania: Benevento
Emilia Romagna: Ferrara, Modena, Reggio Emilia, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini, Piacenza
Lazio: Rieti, Latina
Liguria: Savona, Imperia, La Spezia
Lombardia: Lecco, Lodi
Marche: Macerata, Ascoli Piceno, Fermo
Molise: Isernia
Piemonte: Vercelli, Asti, Biella, Verbano-Cusio-Ossola
Puglia: Taranto, Brindisi, Barletta, Andria, Trani
Toscana: Pisa, Grosseto, Siena, Lucca, Arezzo, Livorno, Prato, Pistoia, Massa-Carrara
Umbria: Terni
Veneto: Rovigo


Il governo dimezza le Province 
Ecco quelle che spariranno

sabato 21 aprile 2012

Imu raddoppia: sono due Una per i Comuni L'altra per lo Stato


Imu raddoppia: sono due Una per i Comuni
L'altra per lo Stato 
Qual è il tuo stato d'animo?
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Una nuova stangata in arrivo potrebbe arrivare a breve sulle tasche degli italiani. Si tratta dell'Imu bis e sarà destinata a finanziare le opere dei Comuni. I sindaci potranno così usare i soldi di questa imposta di scopo per la costruzione o manutenzione dei lavori pubblici nelle proprie città. La norma è inserita nel decreto fiscale da poco approvato in Parlamento. Quindi l'Imu si sdoppia: la prima tassa andrà interamente allo Stato, la nuova imposta finirà nelle casse dei Comuni.
Applicata a tutte le case - La norma, passata inosservata all'interno del decreto sulle semplificazioni fiscali, è stata svelata dal quotidiano La Repubblica. La nuova imposta di scopo si candida ad essere dunque la vera e propria Imu bis e servirà a finanziare scuole, parchi, biblioteche, musei, strade e parcheggi. Potrà essere applicata da tutti i Comuni a tutti gli immobili (comprese le prime case) con un semplice regolamento e avrà la stessa base imponibile dell'Imu: rendita catastale rivalutata del 5% e moltiplicata per 160 con un'aliquota massima del 5 per mille.
La tassa inventata da Prodi - I tempi per l'entrata in vigore sono brevi: la tassa infatti potrebbe scattare dal momento della conversione in legge del decreto fiscale e durerà al massimo 10 anni, il doppio di quanto era previsto dalla vecchia imposta di scopo. Questa norma era già stata introdotta  nel 2007 dalla Finanziaria di Romano Prodi, ma si applicava alla base Ici e quindi non alle prime case. Inoltre, rispetto alle ultime modifiche, la vecchia tassa concorreva a finanziare solo il 30% delle opere dei Comuni che dovevano impegnarsi a trovare il resto in altro modo.
Primi cittadini dubbiosi - I sindaci sono molto perplessi. "Chi ha il coraggio di mettere ora un'altra tassa sulla casa?", si chiede Achille Variati, primo cittadino di Vicenza. Stessi dubbi per Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno: "Se il clima fosse più leggero la userei, ma ora è poco praticabile, visti i colpi durissimi inferti alle famiglie". Allarmata Confedilizia, secondo cui l'imposta graverà solo su una categoria di contribuenti: i proprietari di immobili.
fonte

mercoledì 18 aprile 2012

Imu, la tragedia di una tassa ridicola


Se l’intento di Mario Monti era quello di costringerci a rimpiangere la vecchia e glo­riosa Ici, obiettivo colto in pieno. Del resto siamo in balia dei professori...

Imu. Basta la parola a far venire l’orticaria, peggio della scabbia. Ce l’ha rifilata il governo. Se l’intento di Mario Monti era quello di costringerci a rimpiangere la vecchia e gloriosa Ici, obiettivo colto in pieno. A dire il vero, agli aumenti quotidiani delle tasse ci siamo abituati, anzi rassegnati.Quando arrivano,c’è chi sospira e c’è chi sacramenta, ma tutti pagano. Provare a non farlo.
Nel caso dell’Imu è diverso. Nell’attesa che essa ci colpisca tra capo e collo, viviamo nell’incertezza, che genera angoscia. La domanda che ognuno si pone è semplice e drammatica: quanto dovrò sborsare? I giornali, incluso il nostro, si sforzano lodevolmente di spiegare ciò che essi stessi non hanno capito. E il risultato è che nel lettore cresce l’ansia perché, con tutta la buona volontà, egli non dispone degli elementi per fare dei calcoli attendibili.
È la prima volta nella storia repubblicana che accade una cosa simile. Di solito i governi più scalcinati - per esempio quelli presieduti da Giulio Andreotti,un campione nel tirare a campare (tant’è che campa ancora, e ne siamo lieti per lui: auguri)- aumentavano le imposte sulla benzina, sui tabacchi, sul registro, e via andare. I cittadini si adeguavano, sia pure soffrendo. Il concetto era chiaro: o mangi questa minestra o salti dalla finestra.
I professori, probabilmente, oltre a essere molto dotti sono anche un po’ sadici. E dicono: occhio, vi rifiliamo l’Imu.E noi pensiamo:pace amen,la verseremo. Quanto vi dobbiamo? Risposta: vedremo. E rimaniamo a bocca aperta. Eravamo consapevoli da decenni che lo Stato è pasticcione e pressappochista, ma che fosse anche ubriaco dalla mattina alla sera non lo avevamo mai sospettato. Ciucco intronato, per dirla alla lombarda. Tentiamo di raccapezzarci. A giugno si versa la prima rata sulla base dell’aliquota nazionale. A settembre si sborsa la seconda. Sulla stessa base. A dicembre il conguaglio. E finalmente saremo informati sul quantum, che non sarà uno scherzo. Probabilmente attingeremo il denaro dalla tredicesima, se sarà sufficiente ad assorbire la botta. Comunque, per parecchie famiglie, saccheggiare la tredicesima allo scopo di ubbidire al fisco significherà rinunciare al cappotto per i bambini, ai regali della Befana. E vabbè. Quesito retorico. Perché non ci comunicano subito il totale?
I Comuni vogliono aggiungere la loro quota ( una specie di addizionale) di imposta.Per cui i geni dell’esecutivo e i fenomeni dell’Agenzia delle entrate sono costretti ad aspettare i loro comodi. Inoltre, per stangarci meglio, il governo ha avviato la revisione degli estimi catastali. I calcoli non si faranno più sul numero dei vani, bensì sui metri quadrati. Con quale criterio? Mistero. Si sostiene che i nuovi estimi saranno rapportati ai valori di mercato. Idiozia purissima. Perché le valutazioni di mercato - lo sanno tutti, meno i professori - sono oscillanti. È un dato che i prezzi degli immobili sono precipitati. Vanno su e giù da sempre. Ora vanno giù. E come faranno le menti illuminate dei tecnici a stabilire se casa nostra vale 10 o 15? La mia per esempio vale, a giudizio degli immobiliaristi, un milione di euro. Ma a questa cifra col piffero che trovo un pirla pronto a comprarla. Però se il perito del catasto scrive che la quotazione di mercato è un milione, io devo pagare l’Imu su un milione anche se nessuno me l’acquista a questo prezzo.
La follia fiscale è illimitata. In un Paese normale succederebbe quanto segue. La revisione catastale la fa lo Stato dato che il catasto è statale. La composizione della mia famiglia è accertabile all’anagrafe, cioè un ente pubblico che risponde allo Stato della sua attività. Ergo, l’Agenzia delle entrate, disponendo degli elementi forniti dallo Stato stesso, dovrebbe essere così gentile da mandarmi un bollettino recante la somma che mi si richiede per mettermi in regola con l’Imu.
Perché non avviene tutto ciò? Non esistono forse i computer che dovrebbero contenere ogni dato necessario alla rapida riscossione? No, cari lettori. Non esiste un tubo di niente. Siamo in balia dei professori. E se questi sono i docenti, figuriamoci gli allievi.