Dichiarazione del Segretario Generale Felice Romano
Quanto accaduto a Torino,
a Genova e in tutte le altre città, nonostante i soliti delinquenti
professionisti del disordine che hanno dato sfogo alla loro indole
criminale e violenta, senza però riuscire a separare il “Paese”
(cittadini e poliziotti), merita un plauso a tutti quei colleghi di
tutte le forze di polizia che
oggi, in modo professionale e coraggiosamente hanno detto simbolicamente
basta alla lontananza della politica governativa e dei palazzi del
potere rispetto ai danni che stanno producendo contro le famiglie e i
lavoratori di questo paese.
Togliersi il casco in segno di manifesta
solidarietà e totale condivisione delle ragioni a base della protesta
odierna di tutti i cittadini che hanno voluto gridare basta allo
sfruttamento e al soffocamento dei lavoratori e delle famiglie italiane,
è un atto che per quanto simbolico dimostra però che la misura è colma e
che i palazzi, gli apparati, e la stessa politica ormai sono lontani
dai problemi reali dei cittadini e troppo indaffarati ai giochi di potere per la propria sopravvivenza e conservazione della casta.
Ecco perché il governo in primis e il
ministro Alfano a seguire, bene farebbero al ascoltare il Sindacato e
prima ancora i cittadini di questo Paese; giacchè la misura e colma e se
non si inverte questa tendenza a chiedere sempre e maggiori sacrifici
in cambio di nulla, a maggior ragione quando non si da il buon esempio
cominciando a rinunciare i propri privilegi che sono tanti, anzi troppi,
si ricordino il passaggio biblico nel quale si afferma: “terribile sarà
l’ira degli onesti”.
Lo afferma Felice Romano, Segretario Generale
del SIULP in una nota nella quale, nel commentare le straordinarie
immagini in cui gli appartenenti alle forze di polizia si sono tolti il
casco in segno di condivisione e rispetto delle ragioni della protesta,
senza per questo rinunciare o abdicare al proprio dovere di garantire la
sicurezza pubblica e di fermare
i violenti, sottolinea come questo epilogo fosse scontato rispetto al
grido di allarme che il SIULP, a nome dei poliziotti, sta lanciando da
tempo e che il governo continua a non raccogliere.
Speriamo che questo segnale sia da
monito ai palazzi del potere, alle caste, al governo ma anche a tutti i
violenti e i professionisti del disordine.
Questa volta nessuno riuscirà a separare
il “Paese” sano costituito dai lavoratori, dalle famiglie e dai
servitori dello Stato, come accaduto negli anni di piombo. Che il
governo ne tragga le dovute e necessarie conseguenze.
Il SIULP sarà a fianco e con questi
colleghi per dire basta allo sfruttamento e al maltrattamento dei
poliziotti e dei cittadini, per dire ascoltate la voce del popolo.
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