Un evento di portata storica: la Duma ammette la matrice sovietica nell'eccidio dei 22mila ufficiali dell'esercito della Polonia, deportati e uccisi nel 1940. Nella propaganda ufficiale dell'Urss la responsabilità di questo crimine è sempre stata attribuita ai nazisti
Mosca - Crolla un altro grande tabù: la Russia ammette le proprie responsabilità nel terribile massacro di Katyn. Il parlamento russo, in base agli archivi di stato dell'ex Unione Sovietica, ha confermato ciò che la Polonia sostiene da decenni: ad ordinare la mattanza dei 22mila ufficiali polacchi fu Stalin stesso.
La dichiarazione Un evento di portata storica per i rapporti tra Polonia e Russia. La dichiarazione approvata oggi dalla Duma (la camera bassa del Parlamento russo) consente di rimarginare una ferita che per troppo tempo la propaganda comunista ha cercato di nascondere: "Tutti i materiali pubblicati che per molti anni sono rimasti negli archivi segreti non solo rivelano questa orribile tragedia, ma testimoniano che il massacro di Katyn è stato compiuto su ordine diretto di Stalin e altri dirigenti sovietici". Inoltre viene risabilita una verità storica: "Nella propaganda ufficiale sovietica la responsabilità per questo crimine è sempre stata attribuita ai delinquenti nazisti - si legge nel documento - "Questa versione per molti anni è rimasta tema di discussione della società sovietica provocando sempre la rabbia, l’offesa e la sfiducia del popolo polacco".
Verità negata L’eccidio del 1940 nelle foreste di Katyn, vicino alla città russa occidentale di Smolensk, dove furono massacrati circa 22 mila ufficiali polacchi, è rimasto perdecenni uno dei tabù della storia contemporanea, nascosto e negato durante la guerra fredda da parte dell'Urss. Anche la propaganda comunista dei paesi occidentali ha sempre cercato di ignorare una verità che la Polonia da sempre ha cercato di far venire venire alla luce.
Il film delle polemiche Nel 2007 è uscita "Katyn" la pellicola del regista polacco Andrzej Wajda che per la prima volta racconta pubblicamente la verità sul massacro. Numerose sono state le polemiche, tanto che in Europa il film ha dovuto far fronte ad un vero e proprio tentativo di boicottaggio: pochissimi cinema infatti hanno accettato la proiezione.
Distensione Il 10 aprile il presidente polacco, Lech Kaczynski, era morto nello schianto dell’aereo della delegazione governativa diretta a Smolensk, nel sud della Russia, per una commemorazione a Katyn dei 20mila polacchi giustiziati nel 1940. La cerimonia doveva segnare anche una riappacificazione con Mosca che ora finalmente ammette le responsabilità sovietiche.
Soddisfazione russa "Questa dichiarazione è, senza esagerazione, storica", ha affermato il presidente della Duma, Konstantin Kosachev. Nonostante siano passati gli anni, il pronunciamento del parlamento è stato approvato in una seduta tumultuosa in cui l’opposizione del Partito comunista ha cercato fino all’ultimo di impedirne l’approvazione.
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