Finalmente, dopo il cambiamento epocale seguito dalle elezioni di giugno 2018 una manifestazione seria sul GIORNO DEL RICORDO. Infatti si è svolta ieri, appunto nella sala grande di Villa Ghirlanda la presentazione di un libro dedicato alla tragedia dei profughi istriani ed al martirio degli “infoibati”. Il relatore, Dott. Piero Tarticchio, autore del libro "Maria Peschle ed il suo giardino di vetro" ha svolto egregiamente il suo compito in un silenzio veramente insolito. Vedendo i visi degli astanti si poteva notare qualche lacrima detersa, ma soprattutto il rivivere della tragedia dopo anni ed anni di volontaria rimozione. Lui, lo scrittore che ha vissuto in prima persona a 9 anni, Lui a cui hanno prelevato il padre per poi ammazzarlo e non sa neppure in qualche cavità carsica sia stato gettato. Solo perché italiano (anche se poi lo condanneranno per Fascismo – chi non lo era a quel tempo?!?- e per sfruttamento del popolo, in quanto gestore di un negozio alimentare (!)). E dopo l’epopea della fuga a Pola e dell’esodo fuori dall’Istria, per spirito di italianità, spento da quegli attivisti comunisti che accolsero gli esuli con dileggio e disprezzo… E tratti di storia, mai rivelati come la strage di Vergarolla, dove per odio antiitaliano fu sparso il sangue di innumerevoli giovani e bambini (il colore del mare rosso ed i gabbiani che banchettavano con i rimasugli dei poveri resti). E in tutto il racconto di quest’uomo canuto, provvisto di una magnetica dignità e supportato magnificamente da una giovane giornalista (figlia anche lei di chi ha provato quella tragedia) non una nota di rancore (noi partecipanti, sì, invece!), ma solo una fotografia perfetta del tempo in cui visse quei brutti momenti. Termina il suo discorso col ritorno da turista nelle sue terre, nella sua casa. E vedendo che tutto era cambiato, che non riconosceva il sapore dei vecchi cibi, né la lingua di un tempo, l’irrefrenabile voglia di andarsene. Un’altra volta…
Nessun commento:
Posta un commento