Suonare
per i secondini dei marò dedicando il concerto dell'orchestra sinfonica
di Milano "all'India in occasione della Festa Nazionale" fa venire il
voltastomaco
Suonare
per i secondini dei marò dedicando il concerto dell'orchestra sinfonica
di Milano "all'India in occasione della Festa Nazionale" fa venire il
voltastomaco
I
marò sono ingiustamente trattenuti in India da quasi due anni ed in
Italia, invece che far quadrato, almeno simbolicamente attorno ai
fucilieri di Marina, ci mettiamo a strimpellare per gli indiani.
La musica è cultura, libera da condizionamenti, ma suonare
per i secondini dei marò dedicando il concerto dell'orchestra sinfonica
di Milano, Giuseppe Verdi, «all'India in occasione della Festa
Nazionale», fa venire il voltastomaco. Per non parlare dell'invito
all'auditorium di Milano del 26 gennaio, sovrastato dalla bandiera
indiana, annunciato dal console di un Paese che trattiene i marò da
troppo tempo. Verdi, compositore del Va' pensiero, si rivolta nella
tomba, ma gli orchestrali devono pure sbarcare il lunario in tempi di
vacche magre. Una buona idea sarebbe suonare oltre a Mahler l'inno del
reggimento San Marco, che è lo stesso della Marina militare. Giusto per
ricordare agli indiani un minimo di dignità nazionale. Oppure, per chi
ci crede, appuntarsi al bavero il fiocco giallo di solidarietà dei marò,
che campeggia sulla testata de il Giornale. L'esempio potrebbe darlo il
presidente della Fondazione che sostiene l'orchestra Verdi, l'ex
europarlamentare Pci, Giovani Cervetti famoso per «L'oro di Mosca». Ai
tempi del crollo del muro di Berlino fu anche ministro ombra della
Difesa dei comunisti. Sarebbe bello un fiocco giallo pure per gli ospiti
che proprio vogliono andare al ricevimento, a Milano o Roma, per la
65ima festa della Repubblica indiana. Altrimenti faremo la figura della
solita Italietta.
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