venerdì 17 gennaio 2014

Boicottate la festa ai carcerieri dei marò

Suonare per i secondini dei marò dedicando il concerto dell'orchestra sinfonica di Milano "all'India in occasione della Festa Nazionale" fa venire il voltastomaco



I marò sono ingiustamente trattenuti in India da quasi due anni ed in Italia, invece che far quadrato, almeno simbolicamente attorno ai fucilieri di Marina, ci mettiamo a strimpellare per gli indiani.
La musica è cultura, libera da condizionamenti, ma suonare per i secondini dei marò dedicando il concerto dell'orchestra sinfonica di Milano, Giuseppe Verdi, «all'India in occasione della Festa Nazionale», fa venire il voltastomaco. Per non parlare dell'invito all'auditorium di Milano del 26 gennaio, sovrastato dalla bandiera indiana, annunciato dal console di un Paese che trattiene i marò da troppo tempo. Verdi, compositore del Va' pensiero, si rivolta nella tomba, ma gli orchestrali devono pure sbarcare il lunario in tempi di vacche magre. Una buona idea sarebbe suonare oltre a Mahler l'inno del reggimento San Marco, che è lo stesso della Marina militare. Giusto per ricordare agli indiani un minimo di dignità nazionale. Oppure, per chi ci crede, appuntarsi al bavero il fiocco giallo di solidarietà dei marò, che campeggia sulla testata de il Giornale. L'esempio potrebbe darlo il presidente della Fondazione che sostiene l'orchestra Verdi, l'ex europarlamentare Pci, Giovani Cervetti famoso per «L'oro di Mosca». Ai tempi del crollo del muro di Berlino fu anche ministro ombra della Difesa dei comunisti. Sarebbe bello un fiocco giallo pure per gli ospiti che proprio vogliono andare al ricevimento, a Milano o Roma, per la 65ima festa della Repubblica indiana. Altrimenti faremo la figura della solita Italietta.

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