giovedì 29 settembre 2011

contro la legge bavaglio e il comma ammazza-blog: un post a rete unificata


Premessa: ieri sera a Porta a Porta si è parlato del comma 29, il cosiddetto ammazza-blog, ma gli spettatori di certo non avranno capito di cosa si tratta. E siccome per Gasparri e dintorni Internet è uno strumento micidiale, è evidente che i nostri politici e la nostra classe dirigente
1) non sanno niente della rete e pure legiferano su di essa
2) non hanno idea del mondo che c'è qui dentro
3) hanno bisogno di un corso full immersion del comma ammazza-blog che stanno per legiferare.
Bene il corso glielo offriamo noi, gratuitamente, perché caro Gasparri sì, Internet è uno strumento micidiale di libertà, di creatività, di condivisione di sapere e di conoscenza.
Mondi inesplorati, capisco perfettamente.

Probabilmente oggi stesso ricomincerà il dibattito parlamentare sul disegno di legge in materia di riforma delle intercettazioni, disegno di legge che introdurrebbe, una volta approvato, numerose modifiche al nostro ordinamento lungo tre direttrici: limitazioni alla utilizzabilità dello strumento delle intercettazioni da parte dei magistrati; divieto di pubblicazione di atti di indagine per i giornalisti, anche se si tratta di atti non più coperti da segreto; estensione di parte della normativa sulla stampa all’intera rete.
Cerchiamo di chiarire sinteticamente i dubbi espressi in materia.

Il disegno di legge di riforma delle intercettazioni ha un impatto significativo sulla rete?
Il ddl di riforma della normativa sulle intercettazioni influisce sulla rete in due modi, innanzitutto perché le limitazioni introdotte dal ddl in merito alla pubblicabilità degli atti di indagine riguarda, ovviamente, anche la rete, relativamente al giornalismo professionale, ma soprattutto perché in esso è presente il comma 29 che è scritto specificamente per la rete. Cosa prevede il comma 29? Il comma 29 estende parte della legislazione in materia di stampa, prevista dalla legge n. 47 del 1948, alla rete, in particolare l’art. 8 che prevede la cosiddetta “rettifica”



Cosa è la rettifica?
La rettifica è un istituto previsto per i giornali e le televisione, introdotto al fine di difendere i cittadini dallo strapotere dei media unidirezionali e di bilanciare le posizioni in gioco. Nell’ipotesi di pubblicazione di immagini o di notizie in qualche modo ritenute dai cittadini lesive della loro dignità o contrarie a verità, un semplice cittadino potrebbe avere non poche difficoltà nell’ottenere la “correzione” di quelle notizie, e comunque ne trascorrerebbe molto tempo con ovvi danni alla sua reputazione. Per questo motivo è stata introdotta la rettifica che obbliga i direttori o i responsabili dei giornali o telegiornali a pubblicare gratuitamente le dichiarazioni o le rettifiche dei soggetti che si ritengono lesi.

Il comma 29 estende la rettifica a tutta la rete?
La norma in questione estende la rettifica a tutti i “siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica”. La frase “ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica” è stata introdotta in un secondo momento proprio a chiarire, a seguito di dubbi sorti tra gli esperti del ramo che propendevano per una interpretazione restrittiva della norma (quindi applicabile solo ai giornali online), che la norma deve essere invece applicata a tutti i siti online. Ovviamente sorge comunque la necessità di chiarire cosa si intenda per “siti informatici”, per cui, ad esempio, potrebbero rimanere escluse la pagine dei social network, oppure i commenti alle notizie. Al momento non è dato sapere se tale norma si applicherà a tutta la rete, in ogni caso è plausibile ritenere che tale obbligo riguarderà gran parte della rete.

Entro quanto tempo deve essere pubblicata la rettifica inviata ad un sito informatico?
Il comma 29 estende la normativa prevista per la stampa, per cui il termine per la pubblicazione della rettifica è di due giorni dall’inoltro della medesima, e non dalla ricezione. La pubblicazione deve avvenire con “le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”.

E’ possibile aggiungere ulteriori elementi alla notizia, dopo la rettifica?
Il ddl prevede che la rettifica debba essere pubblicata “senza commento”, la qual cosa fa propendere per l'impossibilità di aggiungere ulteriori informazioni alla notizia, in quanto potrebbero essere intese come un commento alla rettifica stessa. Ciò vuol dire che non dovrebbe essere nemmeno possibile inserire altri elementi a corroborare la veridicità della notizia stessa.

Se io scrivo sul mio blog “Tizio è un ladro”, sono soggetto a rettifica anche se ho documentato il fatto, ad esempio con una sentenza di condanna per furto?
La rettifica prevista per i siti informatici è sostanzialmente quella della legge sulla stampa, la quale chiarisce che le informazioni da rettificare non sono solo quelle contrarie a verità, bensì tutte le informazioni, atti, pensieri ed affermazioni “da essi ritenuti lesivi della loro dignità o contrari a verità”, laddove essi sono i soggetti citati nella notizia. Ciò vuol dire che il giudizio sulla assoggettabilità delle informazioni alla rettifica è esclusivamente demandato alla persona citata nella notizia. Non si tratta affatto, in conclusione, di una valutazione sulla verità, per come è congegnata la rettifica in sostanza si contrappone la “verità” della notizia ad una nuova “verità” del rettificante, con ovvio scadimento di entrambe le “verità” a mera opinione (Cassazione n. 10690 del 24 aprile 2008: “l’esercizio del diritto di rettifica… è riservato, sia per l’an che per il quomodo, alla valutazione soggettiva della persona presunta offesa, al cui discrezionale ed insindacabile apprezzamento è rimesso tanto di stabilire il carattere lesivo della propria dignità dello scritto o dell’immagine, quanto di fissare il contenuto ed i termini della rettifica; mentre il direttore del giornale (o altro responsabile) è tenuto, nei tempi e con le modalità fissate dalla suindicata disposizione, all’integrale pubblicazione dello scritto di rettifica, purché contenuto nelle dimensioni di trenta righe, essendogli inibito qualsiasi sindacato sostanziale, salvo quello diretto a verificare che la rettifica non abbia contenuto tale da poter dare luogo ad azione penale”).

Come deve essere inviata la richiesta di rettifica?
La normativa non precisa le modalità di invio della rettifica, per cui si deve ritenere utilizzabile qualunque mezzo, fermo restando che dopo dovrebbe essere possibile provare quanto meno l’invio della richiesta. Per cui anche una semplice mail (non posta certificata) dovrebbe andare bene.

Cosa accade se non rettifico nei due giorni dalla richiesta?
Se non si pubblica la rettifica nei due giorni dalla richiesta scatta una sanzione fino a 12.500 euro.

Che succede se vado in vacanza, mi allontano per il week end, o comunque per qualche motivo non sono in grado di accedere al computer e non pubblico la rettifica nei due giorni indicati?
Queste ipotesi non sono previste come esimenti, per cui la mancata pubblicazione della rettifica nei due giorni dall’inoltro fa scattare comunque la sanzione pecuniaria. Eventualmente sarà possibile in seguito adire l’autorità giudiziaria per cercare di provare l’impossibilità sopravvenuta alla pubblicazione della rettifica. È evidente, però, che non si può chiedere l’annullamento della sanzione perché si era in “vacanza”, occorre comunque la prova di un accadimento non imputabile al blogger.

La rettifica prevista dal comma 29 è la stessa prevista dalla legge sulla privacy?
No, si tratta di due cose ben diverse anche se in teoria ci sarebbe la possibilità di una sovrapposizione parziale. La legge sulla privacy consente al cittadino di chiedere ed ottenere la correzione di dati personali, mentre la rettifica ai sensi del comma 29 riguarda principalmente notizie.

Con il comma 29 si equipara la rete alla stampa?
Con il suddetto comma non vi è alcuna equiparazione di rete e stampa, anche perché tale equiparabilità è stata più volte negata dalla Cassazione. Il comma 29 non fa altro che estendere un solo istituto previsto per la stampa, quello della rettifica, a tutti i siti informatici.

Con il comma 29 anche i blog non saranno più sequestrabili, come avviene per la stampa?
Assolutamente no, come già detto con il comma 29 non si ha alcuna equiparazione della rete alla stampa, si estende l’obbligo burocratico della rettifica ma non le prerogative della stampa, come l’insequestrabilità. Questo è uno dei punti fondamentali che dovrebbe far ritenere pericoloso il suddetto comma, in quanto per la stampa si è voluto controbilanciarne le prerogative, come l’insequestrabilità, proprio con obblighi tipo la rettifica. Per i blog non ci sarebbe nessuna prerogativa da bilanciare.

Posso chiedere la rettifica per notizie pubblicate da un sito che ritengo palesemente false?
E’ possibile chiedere la rettifica solo per le notizie riguardanti la propria persona, non per fatti riguardanti altri.

Se ritengo che la rettifica non sia dovuta, posso non pubblicarla?
Ovviamente è possibile non pubblicarla, ma ciò comporterà certamente l’applicazione della sanzione pecuniaria. Come chiarito sopra la rettifica non si basa sulla veridicità di una notizia, ma esclusivamente su una valutazione soggettiva della sua lesività. Per cui anche se il blogger ritenesse che la notizia è vera, sarebbe consigliabile pubblicare comunque la rettifica, anche se la stessa rettifica è palesemente falsa.

Chi è il soggetto obbligato a pubblicare la rettifica, il titolare del dominio, il gestore del blog?
Questa è un’altra problematica che non ha una risposta certa. La rettifica nasce in relazione alla stampa o ai telegiornali, per i quali esiste sempre un direttore responsabile. Per i siti informatici non esiste una figura canonizzata di responsabile, per cui allo stato non è dato sapere chi è il soggetto obbligato alla rettifica. Si può ipotizzare che l’obbligo sia a carico del gestore del blog, o più probabilmente che debba stabilirsi caso per caso.

Sono soggetti a rettifica anche i commenti?
Anche qui non è possibile dare una risposta certa al momento. In linea di massima un commento non è tecnicamente un sito informatico, inoltre il commento è opera di un terzo rispetto all’estensore della notizia, per cui sorgerebbe anche il problema della possibilità di comunicare col commentatore. A meno di non voler assoggettare il gestore del sito ad una responsabilità oggettiva relativamente a scritti altrui, probabilmente il commento non dovrebbe essere soggetto a rettifica.

Pensavo di creare un widget che consente agli utenti di pubblicare direttamente la loro rettifica senza dovermi inviare richieste. In questo modo sono al riparo da eventuali multe?

Assolutamente no, la norma prevede la possibilità che il soggetto citato invii la richiesta di rettifica e non lo obbliga affatto ad adoperare widget o similari. Quindi anche l’attuazione di oggetti di questo tipo non esime dall’obbligo di pubblicare rettifiche pervenute secondo differenti modalità (ad esempio per mail).

Pensavo di aprire un blog su un server estero, in questo modo non sarei più soggetto alla rettifica?

Per non essere assoggettati all’obbligo della rettifica è necessario non solo avere un sito hostato su server estero, ma anche risiedere all’estero, come previsto dalla normativa europea. E, comunque, anche la pubblicazione di notizie su un sito estero potrebbe dare adito a problemi se le notizie provengono da un computer presente in Italia.

E’ vero che in rete è possibile pubblicare tutto quello che si vuole senza timore di conseguenze? E’ per questo che occorre la rettifica?
Questo è un errore comune, ritenere che non vi sia alcuna conseguenza a seguito di pubblicazione di informazioni o notizie online, errore dovuto alla enorme quantità di informazioni immesse in rete, ovviamente difficili da controllare in toto. Si deve inoltre tenere presente che comunque l’indagine penale od amministrativa necessita di tempo, e spesso le conseguenze penali od amministrative a seguito di pubblicazioni online, si hanno a distanza di settimane o mesi. In realtà alla rete si applicano le stesse medesime norme che si applicano alla vita reale, anzi in alcuni casi la pubblicazione online determina l’aggravamento della pena. Quindi un contenuto in rete può costituire diffamazione, violazione di norme sulla privacy o sul diritto d’autore, e così via… Il discorso che spesso si fa è, invece, relativo al rischio che un contenuto diffamante possa rimanere online per parecchio tempo. In realtà nelle ipotesi di diffamazione o che comunque siano lesive per una persona, è sempre possibile ottenere un sequestro sia in sede penale che civile del contenuto online, laddove l’oscuramento avviene spesso nel termine di 48 ore.

Ho letto di un emendamento presentato da alcuni politici che dovrebbe risolvere il problema della rettifica. È un buon emendamento?
Già lo scorso anno fu presentato un emendamento da alcuni parlamentari, che sostanzialmente dovrebbe essere riproposto quest’anno, con qualche modifica. In realtà l’emendamento Cassinelli, dal nome dell’estensore, non migliora di molto la norma: allunga i termini della rettifica a 10 giorni, stabilisce che i commenti non sono soggetti a rettifica, e riduce la sanzione in caso di non pubblicazione. L’allungamento dei termini non è una grande conquista, in quanto l’errore di fondo del comma 29 è l’equiparazione tra rete e stampa, cioè tra attività giornalistica professionale e non professionale, compreso la mera manifestazione del pensiero, tutelata dall’art. 21 della Costituzione, esplicata dai cittadini tramite blog. Per i commenti la modifica è addirittura inutile in quanto una lettura interpretativa dovrebbe portare al medesimo risultato, anzi forse sotto questo profilo l’emendamento è peggiorativo perché invece di “siti informatici” parla di “contenuti online” con una evidente estensione degli stessi (pensiamo alle discussioni nei forum). Tale emendamento viene giustificato con l’esempio del blogger che scrive: “Tizio è un ladro”, ipotesi nella quale, si dice, Tizio ha il diritto di vedere rettificata la notizia falsa. Immaginiamo invece che Tizio effettivamente sia un ladro, la rettifica gli consentirebbe di correggere una notizia vera con una falsa. Se davvero Tizio non è un ladro, invece, non ha alcun bisogno di rettificare, può denunciare direttamente per diffamazione il blogger ed ottenere l’oscuramento del sito in poco tempo.

Ma in sostanza, quale è lo scopo di questa norma?
Una risposta a tale domanda è molto difficile, però si potrebbe azzardarla sulla base della collocazione della norma medesima. Essendo inserita nel ddl intercettazioni, potrebbe forse ritenersi una sorta di norma di chiusura della riforma, riforma con la quale da un lato si limitano le indagini della magistratura, dall’altro la pubblicazione degli atti da parte dei giornalisti. Poi, però, rimarrebbe il problema se un giornalista decide di aprire un blog in rete e pubblicare quelle intercettazioni che sul suo giornale non potrebbe più pubblicare. Ecco che il comma 29 evita questo possibile rischio.

Bruno Saetta

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I porti sicuri della casta

Fuga per la vittoria La Pro ci crede

La Pro Sesto 2011-2012, rifatta dalle fondamenta, sta invece dando l’impressione di avere già in mente un abbozzo di fuga spericolata

Un pallone in rete
Un pallone in rete
Sesto San Giovanni, 27 settembre 2011 - Così nuova, così prepotente. A tal punto da essersi già impossessata, dopo sole quattro giornate, della vetta della classifica. La Pro Sesto 2011-2012, rifatta dalle fondamenta, sta invece dando l’impressione di avere già in mente un abbozzo di fuga spericolata. Un dubbio che la sfida con il Marnate, in programma domenica allo stadio Breda, potrebbe chiarire. L’incursione sul campo del Corbetta, resa possibile dai gol di Laribi, Cortinovis su calcio di rigore e Damiano, dice intanto che la «Pro», in questo avvio di stagione, non ha rivali. La squadra allenata da Giuliano Melosi, grazie al 3-1 esterno, è sola in testa con due lunghezze di vantaggio sulla coppia Ardor Lazzate-Sestese. Ma è chiaro che, con 30 turni ancora da disputare, ogni proclama appare vietato.
«La partita con il Corbetta — ammette il copresidente Massimo Milos — non è stata stupenda. Però, quando vai in vantaggio, resti un po’ condizionato: attacchi, ma nello stesso tempo stai pure attento a non scoprirti. La vittoria, in ogni caso, è meritata. Il quadro generale ha contorni positivi: anche perché Pastore, Oberto e Ousmane sono vicini al rientro». L’obiettivo della truppa sestese è la promozione nel Campionato nazionale dilettanti. Stupisce una partenza così convincente da parte di una formazione assemblata nella scorsa estate e costretta a rinunciare a due elementi come Jacopo Colombo e Matteo Lombardo per tutto il girone d’andata.
«In effetti — precisa Milos — era la nostra preoccupazione. Anche per questo, abbiamo anticipato l’inizio della preparazione al 28 luglio. Lo staff tecnico ha avuto la possibilità di affinare i meccanismi e gli automatismi. Possiamo parlare di una sorpresa parziale. Abbiamo dato all’allenatore Melosi l’opportunità di organizzare al meglio la preparazione». Ma resta il fatto che la «Pro», il ruolo di neo capolista, non lo sente ancora suo. Giustamente. «Tre o quattro partite — aggiunge Milos — non sono sufficienti a disegnare la graduatoria. Questa posizione ha un valore relativo. Di positivo c’è l’entusiasmo legato alla conquista del primo posto. Ma faremo in modo che non ci sia il rischio di un rilassamento, che l’intensità sia sempre la stessa, indipendentemente dall’avversario che andremo ad affrontare. Siamo convinti che la guardia non vada mai abbassata».
 
A cominciare dal confronto di domenica con il Marnate. «Per tutti — conclude Milos — queste prime partite sono di assestamento. È meglio non illudersi. Una prima idea del livello generale del torneo ce la siamo fatta. Riteniamo che questo campionato sia competitivo e non sarà facile vincerlo. Purtroppo».
Classifica campionato di Eccelenza, girone A. Pro Sesto 10; Ardor Lazzate e Sestese 8; Pro Vigevano, Roncalli e Vergiatese 7; Atletico Cvs, Garlasco e Inveruno 6; Marnate e Sommese 5; Bustese, Magenta, Vigevano e Solbiatese Arno 4; Corbetta 3; Gavirate 2; Union Cairate 0.
di Sergio Gianni

Bruxelles mette in mora l'Italia E Giggino pensa alle biciclette




La Commissione europea ha deciso di avviare una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per la questione dei rifiuti in Campania. Il commissario all’Ambiente Janez Potocnik ha deciso di inviare all’Italia una lettera di notifica formale, ricordandole l’obbligo di rispettare una sentenza della Corte Ue di Giustizia del 2010. Mentre succede tutto questo, il sindaco di Napoli pensa alle piste ciclabili

mercoledì 28 settembre 2011

Purgatorio · Canto VI


Quando si parte il gioco de la zara,
colui che perde si riman dolente,
repetendo le volte, e tristo impara;
con l'altro se ne va tutta la gente;
qual va dinanzi, e qual di dietro il prende,
e qual dallato li si reca a mente;
el non s'arresta, e questo e quello intende;
a cui porge la man, più non fa pressa;
e così da la calca si difende.
Tal era io in quella turba spessa,
volgendo a loro, e qua e là, la faccia,
e promettendo mi sciogliea da essa.
Quiv' era l'Aretin che da le braccia
fiere di Ghin di Tacco ebbe la morte,
e l'altro ch'annegò correndo in caccia.
Quivi pregava con le mani sporte
Federigo Novello, e quel da Pisa
che fé parer lo buon Marzucco forte.
Vidi conte Orso e l'anima divisa
dal corpo suo per astio e per inveggia,
com' e' dicea, non per colpa commisa;
Pier da la Broccia dico; e qui proveggia,
mentr' è di qua, la donna di Brabante,
sì che però non sia di peggior greggia.
Come libero fui da tutte quante
quell' ombre che pregar pur ch'altri prieghi,
sì che s'avacci lor divenir sante,
io cominciai: «El par che tu mi nieghi,
o luce mia, espresso in alcun testo
che decreto del cielo orazion pieghi;
e questa gente prega pur di questo:
sarebbe dunque loro speme vana,
o non m'è 'l detto tuo ben manifesto?».
Ed elli a me: «La mia scrittura è piana;
e la speranza di costor non falla,
se ben si guarda con la mente sana;
ché cima di giudicio non s'avvalla
perché foco d'amor compia in un punto
ciò che de' sodisfar chi qui s'astalla;
e là dov' io fermai cotesto punto,
non s'ammendava, per pregar, difetto,
perché 'l priego da Dio era disgiunto.
Veramente a così alto sospetto
non ti fermar, se quella nol ti dice
che lume fia tra 'l vero e lo 'ntelletto.
Non so se 'ntendi: io dico di Beatrice;
tu la vedrai di sopra, in su la vetta
di questo monte, ridere e felice».
E io: «Segnore, andiamo a maggior fretta,
ché già non m'affatico come dianzi,
e vedi omai che 'l poggio l'ombra getta».
«Noi anderem con questo giorno innanzi»,
rispuose, «quanto più potremo omai;
ma 'l fatto è d'altra forma che non stanzi.
Prima che sie là sù, tornar vedrai
colui che già si cuopre de la costa,
sì che ' suoi raggi tu romper non fai.
Ma vedi là un'anima che, posta
sola soletta, inverso noi riguarda:
quella ne 'nsegnerà la via più tosta».
Venimmo a lei: o anima lombarda,
come ti stavi altera e disdegnosa
e nel mover de li occhi onesta e tarda!
Ella non ci dicëa alcuna cosa,
ma lasciavane gir, solo sguardando
a guisa di leon quando si posa.
Pur Virgilio si trasse a lei, pregando
che ne mostrasse la miglior salita;
e quella non rispuose al suo dimando,
ma di nostro paese e de la vita
ci 'nchiese; e 'l dolce duca incominciava
«Mantüa . . . », e l'ombra, tutta in sé romita,
surse ver' lui del loco ove pria stava,
dicendo: «O Mantoano, io son Sordello
de la tua terra!»; e l'un l'altro abbracciava.
Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!
Quell' anima gentil fu così presta,
sol per lo dolce suon de la sua terra,
di fare al cittadin suo quivi festa;
e ora in te non stanno sanza guerra
li vivi tuoi, e l'un l'altro si rode
di quei ch'un muro e una fossa serra.
Cerca, misera, intorno da le prode
le tue marine, e poi ti guarda in seno,
s'alcuna parte in te di pace gode.
Che val perché ti racconciasse il freno
Iustinïano, se la sella è vòta?
Sanz' esso fora la vergogna meno.
Ahi gente che dovresti esser devota,
e lasciar seder Cesare in la sella,
se bene intendi ciò che Dio ti nota,
guarda come esta fiera è fatta fella
per non esser corretta da li sproni,
poi che ponesti mano a la predella.
O Alberto tedesco ch'abbandoni
costei ch'è fatta indomita e selvaggia,
e dovresti inforcar li suoi arcioni,
giusto giudicio da le stelle caggia
sovra 'l tuo sangue, e sia novo e aperto,
tal che 'l tuo successor temenza n'aggia!
Ch'avete tu e 'l tuo padre sofferto,
per cupidigia di costà distretti,
che 'l giardin de lo 'mperio sia diserto.
Vieni a veder Montecchi e Cappelletti,
Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura:
color già tristi, e questi con sospetti!
Vien, crudel, vieni, e vedi la pressura
d'i tuoi gentili, e cura lor magagne;
e vedrai Santafior com' è oscura!
Vieni a veder la tua Roma che piagne
vedova e sola, e dì e notte chiama:
«Cesare mio, perché non m'accompagne?».
Vieni a veder la gente quanto s'ama!
e se nulla di noi pietà ti move,
a vergognar ti vien de la tua fama.
E se licito m'è, o sommo Giove
che fosti in terra per noi crucifisso,
son li giusti occhi tuoi rivolti altrove?
O è preparazion che ne l'abisso
del tuo consiglio fai per alcun bene
in tutto de l'accorger nostro scisso?
Ché le città d'Italia tutte piene
son di tiranni, e un Marcel diventa
ogne villan che parteggiando viene.
Fiorenza mia, ben puoi esser contenta
di questa digression che non ti tocca,
mercé del popol tuo che si argomenta.
Molti han giustizia in cuore, e tardi scocca
per non venir sanza consiglio a l'arco;
ma il popol tuo l'ha in sommo de la bocca.
Molti rifiutan lo comune incarco;
ma il popol tuo solicito risponde
sanza chiamare, e grida: «I' mi sobbarco!».
Or ti fa lieta, ché tu hai ben onde:
tu ricca, tu con pace e tu con senno!
S'io dico 'l ver, l'effetto nol nasconde.
Atene e Lacedemona, che fenno
l'antiche leggi e furon sì civili,
fecero al viver bene un picciol cenno
verso di te, che fai tanto sottili
provedimenti, ch'a mezzo novembre
non giugne quel che tu d'ottobre fili.
Quante volte, del tempo che rimembre,
legge, moneta, officio e costume
hai tu mutato, e rinovate membre!
E se ben ti ricordi e vedi lume,
vedrai te somigliante a quella inferma
che non può trovar posa in su le piume,
ma con dar volta suo dolore scherma.


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GIOVANNI PAOLO I Pontefice della Chiesa cattolica italiano 17 ottobre 1912 • 28 settembre 1978

Papa Giovanni Paolo I
Giovanni Paolo I

263º papa della Chiesa cattolica
John paul 1 coa.svg
Elezione26 agosto 1978
Insediamento3 settembre 1978
Fine pontificato28 settembre 1978
MottoHumilitas
Predecessorepapa Paolo VI
Successorepapa Giovanni Paolo II
NomeAlbino Luciani
NascitaCanale d'Agordo, 17 ottobre 1912
MorteCittà del Vaticano, 28 settembre 1978
SepolturaGrotte vaticane

martedì 27 settembre 2011

Partito Democratico



Da Nonciclopedia, l'enciclopedia libertina

Pier Luigi Bersani.png
Attenzione: il seguente articolo tratta argomenti di

Politica

Ti invitiamo alla cautela, le battute ivi contenute potrebbero offenderti nell'animo umano e causarti la voglia di ricontare le schede elettorali, inneggiare allo sciopero fiscale, assassinare preti, bruciare chiese o manifestare contro i tuoi parenti sventolando bandiere rosse.
Berlusconi-mitra.jpg
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Un elettore che vota il PD.
NonNews

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ATTENZIONE
Il "Partito Democratico" non esiste. È possibile crearlo ora, siamo già in due.

Veltroni : Quote rosso1.png Perché invece non ci andiamo a fare una pizza? Quote rosso2.png
Rutelli : Quote rosso1.png Margherita?! Quote rosso2.png
Veltroni : Quote rosso1.png A' Cicciobbello, stavo a parlà de magnà! Quote rosso2.png
Rutelli : Quote rosso1.png E mbè? Pure io. Quote rosso2.png


Il Partito Democratico è un farmaco spurgante di nuova concezione, capace di indurre vomito incoercibile e diarrea con efficacia persino maggiore del prodotto da cui deriva, l'olio di ricino.


Storia

Un caso di redirect doppio. Come clicchi clicchi, vai sempre a linkare la stessa merda

C'era una volta un gioco praticato con diletto e passione da molti sudditi del Reame: si chiamava Sinistra, detta anche PCI; gli altri sudditi giocavano invece a DC.

Un giorno il sovrano Silvio primo decise che la Sinistra non gli piaceva: per cui ordinò ai suoi paggi Prodi, D'Alema e Bertinotti di smantellarla, ma senza che i sudditi se ne avvedessero troppo. Per far questo, fu necessario procedere per gradi. La tattica fu quella di cambiargli nome ogni 2-3 anni: dapprima PDS, poi solo DS, poi Ulivo (che alludeva all'usanza dei dirigenti di sputare i noccioli d'oliva sui loro elettori), poi Unione (nome chiaramente autoironico), infine PD (che sta per Partito Democratico ma naturalmente anche per Porco Dio).

Pian piano l'arguto piano del simpatico trio ebbe successo: la Sinistra si dissolse senza rumore e i sudditi cessarono quel loro futile baloccamento da balilla imberbi plutogiudaici e tornarono a occupazioni più consone ai figli della Lupa, lavorando per dar lustro alla Patria e allargare i confini dell'Impero Littorio, eja eja alalà!!

Preparazione

Il nuovo logo

Ricetta per 4 elettori (il massimo raggiungibile dal PD):

  1. Procuratevi un partito comunista forte, organizzato, internazionalmente apprezzato e con un buon livello di dialettica interna (in altre parole un partito nel quale uno parla e gli altri sono fedeli alla linea (dicasi anche striscia (di coca))).
  2. Aggiungete 20 g di Occhetto e 10g di D'Alema. Attendete che il partito marcisca (non dovrete aspettare molto).
  3. Riponete la quota ancora sana in una teglia a parte e cospargetela con forti dosi di Bertinotti e di cazzate a raffica. Se dovesse persistere qualche briciola di comunismo, immergetela in un dito di Diliberto e lasciate sciogliere.
  4. Per accelerare la macerazione e far scomparire il retrogusto di democrazia interna, abbondate col D'Alema e mescolate con un soffritto di 10 cc di Veltroni, 15 cc diFassino e 25 cc di Maria De Filippi. Una punta di Giovanni Consorte donerà un fragrante aroma di disonestà.
  5. Adesso potete amalgamare con la Margherita, la fantasia di democristiani che avete preparato separatamente. A questo proposito: non lesinate le rondelle di Rutelli, i pezzetti diBinetti e soprattutto i dadini di Ruini, essenziali per conferire il giusto sapore al piatto.
  6. Infine il tocco di classe: fette di mortadella e scaglie di merda a piacere.

Si abbina bene con una bottiglia di Forza Italia del '94, delle cantine di Arcore. Bon apétit!

Come entrare nel PD

Entrare nel Partito Democratico è facile quasi quanto diventare portavoce del PDL, basta avere ottenuto l'attestato di partecipazione alle gite delle Giovani Marmotte. Inoltre momentaneamente è anche aperta una gara per diventare segretario di partito, per iscriversi bisogna però prima passare dai Giovani Democratici, degli sfigati che alternano la loro vita tra l'oratorio e la preparazione di molotov contro gruppi di "estrema sinistra" (perché hanno i baffi, forse) come la Sinistra Democratica (prima c'erano i Democratici di Sinistra, però quel gran bonaccione di Mussi si è divertito a invertire i nomi). Per finire la propria carriera politica come segretario di partito e avere un posto in Parlamento, infine, bisogna far andare d'accordo Lotta Continua e Forza Nuova sul tema dell'immigrazione. Per maggiori informazioni andate nella sede dei Giovani Democratici della vostra città e fatevi regalare un crocifisso da appendere sopra alla foto di Stalin

Cronologia dei capi

Il Mostro degli Spaghetti Volante benedice un suo elettore

Il primo capo del PD fu Romano Prodi, poi defunto in un duello a colpi di baguette rafferme contro il suo eterno nemico Pilaf. Gli succedettero, nell'ordine:

Campagna elettorale 2008
In una recente riunione di partito con il leader eccoJean Claude intento a parlare di economia.


Nel gennaio del 2008 si stabilì che il titolo di capo del PD sarebbe stato abbinato al primo premio nella gara a chi mangia più hot dog disoia e olio di motore. Tra i più importanti presidenti di quest'epoca si ricordano Mike Bongiorno, Cesare Cesaroni e Giuliano Ferrara. A partire da marzo 2008, il presidente è il vincitore in carica del Festival del cicciolo e della zucca trombetta di Reggio Emilia. I presidenti degni di nota di quest'epoca sono Gigi D'Alessio, Antonella Clerici e Clemente Mastella (in cerca di stimoli dopo la caduta di governo e la rinuncia alla candidatura alle elezioni politiche 2008). L'attuale presidente (e vincitore in carica del Festival) è Cicciolina, la quale ha, ovviamente, grande dimestichezza sia col cicciolo che con la zucca trombetta.

Utilizzi

Il PD è un efficace rimedio contro quell'annoso male noto come democrazia. Ottimo anche come fertilizzante.

Inoltre il termine PD si presta a essere impiegato come bestemmia, specie in occasione di eventi particolarmente fastidiosi o irritanti. Esempio: "Due ruote bucate e siamo a 50 km da qualsiasi insediamento umano! PD!"

Avvertenze

Il PD può causare acne, orticaria, flatulenza, depressione, dominio eterno e incontrastato della destra.

Curiosità

  • PD è anche l'acronimo di una ben nota bestemmia
  • PD in realtà sta per Propaganda Due (il programma è identico)
  • Veltroni è di centro.
  • Se guardi il logo di Forza Italia in uno specchio, esce il logo del PD.
  • Se guardi il logo del PD in uno specchio, questo non si riflette. Perché è vuoto.
  • La sinistra italiana ha raggiunto il culmine della debolezza col PD. Ma ci sono anche lati negativi.
  • La vita sessuale di un PDista medio si riduce a un barattolo di urina. Non chiedetemi perché.
  • Veltroni è l'unico essere al mondo capace di farci rimpiangere Prodi. O Craxi. O Almirante. O Mussolini. O il Re. O l'Impero Asburgico. O l'Impero Romano. O l'anarchia neolitica. E via dicendo.
  • Anagrammando il nome di Veltroni si ottiene guano di capriolo.
  • Il Pd è detto anche Pdl - l

Inno ufficiale

L'inno ufficiale del PIDDI si ammanta di mistero ma anche di cacca. Due noti delusi di sinistra, Francesco De Gregori ed Antonello Venditti stanno litigando a sprangate nei denti per attribuirsi l'onore (de che ?) di esserne l'autore; passando così da "Cantori del 68" a "Cantori di un bel 69 fra ex-PCI ed ex-DC".

Versione Venditti-I: PD o non PD

W il PD!

Partirono in due e se ne aveva già abbastanza

Veltroni e Rosy Bindi, nessuna fantasia

E fu a Bruxelles che scoppiò la prima bomba

Al PSE ci dissero «Ma che è sta zozzeria ?»

E bomba o non bomba noi governeremo a Roma, malgrado voi

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A Sasso Marconi incontrammo un'ex-ragazza

Femminista dell'UDI che abitava nella piazza

Le dicemmo «Vieni, è ora il PD che segnerà la strada»

Sfogliò la "Margherita" e poi ci fanculizzò !

Ma bomba o non bomba noi governeremo a Roma, malgrado voi

- - -

A Roncobilaccio ci venne incontro un vecchio

Partigiano dell'ANPI col fazzoletto al collo

Ci disse «Fra margherite e querce io non ci capisco più un cazzo»

«Vi hanno tatuato ormai lo scudo crociato al collo»

Ma bomba o non bomba noi governeremo a Roma, malgrado voi

- - -

'egliare%7CCategorio, e un deluso di sinistra

Le borse sotto gli occhi, sciarpa e tutto quanto il resto

Ci disse «No, compagni, amici, io vi schifo proprio a morte»

«Manca l'analisi però... Avrete il mio voto netto (!)»

Ma PiDdi o non PiDdi noi governeremo a Roma, malgrado voi

- - -

A Orvieto poi ci fu l'apoteosi

Il sindaco, la giunta, con le bustarelle in mano

Ci dissero «L'autostrada è bloccata, c'è un cantiere d'appaltare»

«Ma sia ben chiaro che la torta la spartirem con voi»

E "busta" su "busta" voi governerete a Roma, insieme a noi

- - -

Noi cazzeggiammo a lungo, e poi ci fu un discorso

Romano Prodi disse «Va bene, così sia»

E la fanfara poi intonò le prime note

E ci trovammo a S.Pietro, propio dietro Porta Pia

E bomba o non bomba noi governeremo a Roma, coi preti noi

- - -

La gente ci fanculizzava, con Beppe Grillo in testa

Regalammo cioccolata e Co.Co.Pro. in nero

Bevemmo poi del vino rosso con l'amico Silvio

E finalmente ci potemmo bipolarizzare

E PiDdi o non PiDdi "io", so'r sindaco de Roma, fanculo voi !

Versione De Gregori: Green Rimmel

E proprio un cazzo rimane, delle pagine chiare di via Botteghe Oscure

E cancello -sinistra- dalla facciata del logo

E confondo la quercia con la tua margherita

Botteghe Oscure con Piazza del Gesù

Mescolate le carte, questo PD è vincente

Ma il dato ANSA è un trucco

E un futuro incombente, fossi stato un po' più giovane

L'avrei fanculizzato con la fantasia

Forse avrei avuto ancora la Fantasia

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Ora il PDS puoi spedirlo a un indirizzo nuovo

E la quercia sovrapporla al logo di chissà che altro

Ancora i tuoi 4 assi Veltroni, Bindi, Adinolfi e Letta

Li puoi nascondere o candidare, fa come vuoi

O fare diventare democristiani tutti noi

- - -

Santa voglia di sopravvivere, e ritoccare il partito col rimmel

Come quando alla seduta in Camera tu mi domandavi

Se per caso il ministero per l'attuazione del programma

Ce l'avesse almeno un senso seppur vago

E il cetriolo passava tra le chiappe dell'elettore in persona

E quando io senza capire ho votato SI

Hai detto «Mo so cazzi tuoi di te»

I cazzi comunque son di te

- - -

Ora il PDS puoi spedirlo a un indirizzo nuovo

E la quercia sovrapporla al logo di chissà che altro

Ancora i tuoi 4 assi Veltroni, Bindi, Adinolfi e Letta

Li puoi nascondere o candidare, fa come vuoi

O fare diventare democristiani tutti noi

Voci correlate