domenica 30 giugno 2013

Banche da salvare. La Ue adotta il "modello Cipro"

Banche da salvare. La Ue adotta il "modello Cipro"
Il vertice ufficializza quel che è già avvenuto: a pagare i "salvataggi" saranno azionisti, obbligazionisti e correntisti. Poi anche tutti i cittadini, con tagli al welfare e/o maggiori tasse.

Le prime ore dopo la conclusione di un vertice europeo sono il momento della propaganda. Tutti i partecipanti mettono in evidenza la cosetta che hanno portato a casa, mentre lasciano sullo sfondo la sostana degli accordi faticosamente raggiunti.

A mente fredda, guardando i testi firmati o leggendo i recosonti dei pochi che ci hnno potuto buttare un occhio, si comprende la vera portata di quanto convenuto.

Il vertice europeo chiuso all'aba di oggi non fa eccezione. Letta se n'è uscito con i soldi in dotazione “per l'occupazione giovanile” e vedremo dopo di cosa si tratta, e soprattutto “se” c'è qualcosa di vero. Ma la vera novità sta nel compromesso raggiunto sul nuovo “modello di salvataggio” delle banche in crisi: si procederà come già fatto nei confronti di Cipro, ovvero arrivando a mettere le mani sui soldi dei correntisti.

Anche qui bisogna distinguere tra propaganda e realtà. La prima canta una canzoncina suadente: “d'ora in poi i primi a pagare saranno i privati, solo dopo interverranno gli stati”. Bene!, si potrebbe dire... Ma non è proprio così.

A pagare per primi, nella misura dell'8% degli attivi dell'istituto di credito, saranno azionisti, obbliazionisti e correntisti. Che gli azinisti paghino le perditte dell'azienda in cui hanno investito è assolutamente normale; lo strano è che venga detto soltanto ora (vuol dire che prima non funzionava così... Anzi). Ma già sugli “obbligazionisti” qualche distinguo andrebbe fatto. 

Chi sono? Tutti coloro che hanno acquistato “obbligazioni” della banca. Tra questi ci sono certamente fondi di investimento, speculatori finanziari, ecc. Sulle cui perdite nessuno può spendere una lacrima, se non i diretti interessati. Ma ci sono anche quei correntisti “deboli” che hanno magari accettato il consiglio dell'impiegato di banca: “investa qui da noi, nei bond della 'sua' banca; ci gudagnerà qualcosa, o almeno la copertura delle spese di conto corrente”. È una proposta che chiunque abbia un conto in banca (praticamente tutti i lavoratori dipendenti e buona parte dei pensionati, ormai) si è sentito fare, se ha – diciamo – più di 10.000 euro sul conto.

È chiara la trappola? Tutti siamo obbligati ad aprire un conto, altrimenti non ci possono versare lo stipendio o la pensione. Ma se la banca ha fatto “impieghi” o investimenti sbagliati e quindi è sull'orlo del fallimento, e se per caso hai detto sì alla “proposta indecente” dell'impiegato (incentivato a trovare clienti per le obbligazioni di casa, altrimenti lo stipendio resta fermo), rischia di rimetterci anche il correntista “audace” (si fa per dire).

Non è finita. Anche i correntisti “fermi” con depositi oltre i 100.000 euro saranno “sforbiciati” per salvare la banca presso cui hanno avuto la sventura di versare i propri risparmi. Anche qui possiamo distinguere soggetti assai diversi: ci sta il commerciante o l'industriale, lo speculatore non troppo ricco e professionale, ecc. Ma ci possono stare persino dei giovani precari che magari hanno ereditato una casa e l'hanno venduta (un fenomeno che è in crescita, e ancor più lo sarà, grazie alla riduzione delle nascite – molte famiglie hanno avuto un solo figlio, tra gli anni '70 e oggi – e alla precarizzazione totale del lavoro).

La “salvaguardia” pubblica dei conti correnti scatta solo per le cifre inferiori ai 100.000 euro, ma l'applicazione pratica delle modalità viene affidata agli stati nazionali. Cos' che ci potranno esere “salvataggi” assai differenti da un paese all'altro (non è solo teorica la ossibilità che un governo decida di “tosare” anche i conti al di sotto di quella soglia; possiamo pur sempre “vantare” l'esempio di Giuliano Amato e del suo “prelievo forzoso per entrare in Europa”).

Oltre la soglia dell'8% dovranno intervenire gli Stati, anche facendo ricorso al fondo Esm. Piccolo particolare: per accedere ai prestiti di questo fondo i governi nazionali dovranno impegnarsi a una serie di “riforme strutturali” tali da stravolgere gli assetti sociali di un paese, distruggendone un bel po' di più sia il welfare che il sistema sanitario, sia l'istruzione pubblica che la salvaguardia del territorio, ecc. Alla fin fine, il conto del salvataggio viene addebitato ai “soliti noti”, come si usa dire; e non ci troviamo alcuna ragione di soddisfazione nel sapere che in piccola parte cadranno nella tagliola anche “obbligazionisti” e detentori di cifre superiori ai 100.000 euro. Anche perché chi ha cifre superiori potrà cercare di salvarsi moltiplicando i propri conti correnti, diversificando tra più banche, in modo da stare sempre sotto la soglia “garantita”.

Chi volesse approfondire i dettagli può leggere anche qui: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-06-27/ecofin-banche-trovato-accordo-080525.shtml?uuid=AbZc1t8H

Militari israeliani violentano bambini palestinesi



La cosa era nota da tempo, ma adesso ad inchiodare pubblicamente lo Stato di Israele è un dossier dell’Onu. Sono bambini dai 9 ai 15 anni, con l’unica colpa di aver resistito all’artiglieria dei militari e poliziotti israeliani lanciando sassi contro i blindati dell’esercito. 7mila di loro, tra il 2002 e il 2013 sono stati torturati, subendo abusi sessuali, picchiati e minacciati di morte nelle democratiche galere israeliane. Ma Israele non vede e non sente. È questo l’agghiacciante bilancio pubblicato dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, che ha formalmente accusato il governo di Benjamin Netanyahu di ripetute violenze contro i piccolissimi prigionieri.
Quasi tutti loro sono stati arrestati durante incursioni notturne, venivano bendati e caricati sui mezzi dell’esercito. Il più delle volte, poi, trasferiti senza preavviso in altre carceri e senza comunicarlo alla famiglia, che perdeva le loro tracce. Veri e propri metodi da Cile di Pinochet, per esercitare sui giovanissimi violenze psicologiche, al fine di estorcere una confessione. malmenati in cella, violentati e spinti alla confessione con la minaccia di fare del male ai loro familiari. Spesso lasciati senza cibo, né acqua e senza la possibilità di andare in bagno. A confermare le accuse delle Nazioni unite, ci sono anche le confessioni di molti soldati israeliani, che hanno ammesso le violenze.

«Profonda preoccupazione circa i maltrattamenti e le torture ai bambini palestinesi arrestati, processati e detenuti da parte della polizia e dei militari israeliani», scrive il gruppo di lavoro dell’Onu, nel dossier pubblicato di recente. «Metodi – scrive ancora l’Onu – perpetrati dal momento stesso dell’arresto, passando per la fase del trasferimento e gli interrogatori. Lo scopo è quello di ottenere una confessione, anche in maniera del tutto arbitraria. Ad ammetterlo sono stati diversi soldati israeliani». Secondo le leggi di Israele, i minori palestinesi possono essere arrestati e condannati fino a 20 anni di reclusione, con l’accusa di aver lanciato sassi contro i blindati dei militari.


Fonte: http://www.controlacrisi.org

sabato 29 giugno 2013

Strage di Ustica. Rivelazioni di ex maresciallo dell'Aeronautica

Strage di Ustica. Rivelazioni di ex maresciallo dell'Aeronautica
“Quando sarà, io me ne voglio andare con la coscienza a posto. Perché se lassù incontrerò anche uno solo di quegli ottantuno poveretti che stavano sull'aereo, non voglio che mi sputi in faccia”, a parlare è Giulio Linguante, maresciallo dell'Areronautica Militare, intervistato dall'Huffington Post.

Il maresciallo Liguanti nel 1980 era in forza al reparto del Sios Aeronautica nell'aeroporto di Bari. Dopo 33 di silenzio l' anziano maresciallo dell'Aeronautica ha svelato al giornalista dell’Huffington Post Andrea Purgatori quello che in molti sospettavano: il Mig libico ritrovato sulla Sila il 18 luglio era caduto molto prima, la stessa sera del DC9 dell'Itavia, il 27 giugno 1980. Purgatori ha speso almeno trenta anni della sua attività di giornalista nel tentativo di far emergere la verità sulla strage di Ustica.
Il maresciallo Liguanti racconta:
“Arrivai sulla Sila la notte del 18 luglio, insieme a un altro sottufficiale di Bari. È caduto un aereo libico e a Roma vogliono sapere, ci dissero. Era tardi, andammo a dormire in una caserma dei carabinieri. La mattina dopo, mentre preparavo la macchina per raggiungere Castelsilano, arrivò un appuntato che aveva appena partecipato alla sepoltura del pilota del Mig23. Era stravolto, ci mancava poco che vomitasse. Puzza che non ci si può stare vicino, diceva. Strano, pensai. Io ne ho visti di morti. E anche se fa caldo, dopo appena un giorno nessun cadavere è ridotto a quel modo”.

Il Mig23 si era schiantato contro un costone di roccia a strapiombo su una pietraia. Per raggiungerlo, il maresciallo camminò per chilometri in mezzo a un bosco. “Da lontano pareva un camion ribaltato, con le ruote in aria. Era grosso e praticamente intatto. Tanto che quando dopo un mese lo portarono via, dovettero spezzare le ali. Altra cosa strana, perchè un caccia che va dritto per dritto contro un muro di roccia normalmente finisce in pezzi. Poi vidi dei buchi sulla coda, fori di cannoncino. Capii subito che di quella faccenda dei fori era meglio non parlare”.

Intorno alla carcassa del Mig23, ricorda ancora Linguante, “c'erano rottami sparsi ovunque. Anche se appena arrivammo la cloche era già sparita, e chissà chi e quando se l'era portata via”. Sul posto, secondo Linguante, arrivò anche Duane “Dewey” Clarridge, capo della Cia a Roma. “L'ho portato io a vedere l'aereo. È rimasto un paio d'ore. Gli avevo organizzato anche un panino e una bottiglia d'acqua. Ha solo bevuto, il panino me lo sono mangiato io alla sua salute”. “Dopo un mese passato in quel posto, mi fu chiaro che quell'aereo non era caduto il giorno in cui avevano detto di averlo ritrovato”, aggiunge il maresciallo.
Andrea Purgatori, una vita al Corriere della Sera e autore della più inquietante controinchiesta sulla strage di Ustica rammenta a tutti che “Gheddafi a quel tempo era il nemico numero uno dell’Occidente. Di americani e francesi, soprattutto. Mentre noi ci flirtavamo, un po’ per minaccia e molto per interesse. Tanto da salvargli la vita parecchie volte. Forse pure quella notte in cui avrebbe dovuto fare la fine che toccò al DC9 Itavia. La stessa notte e nello stesso cielo in cui volò quel pilota libico ai comandi del Mig23 che forse era di scorta al colonnello, che sfuggì al missile che colpì l'aereo di linea italiano ma poi venne inseguito e precipitò sulla Sila”.
Un’ipotesi, quella sul Mig23, avvalorata dal racconto dell’anziano maresciallo: “Era caduto molto prima, - racconta Linguante - la stessa sera della strage di Ustica, era stato colpito e tutto quello che vedevo davanti ai miei occhi era solo una messinscena. Io sono fiero di avere servito l'Aeronautica, ma mi vergogno delle bugie che sono state dette da alcuni miei superiori. Ho una coscienza e me la devo tenere pulita fino alla fine. Per me e per i miei figli. Costi quel che costi”.
Gheddafi è stato ucciso. Numerosissimi testimoni chiave sulla strage di Ustica sono "morti". Il maresciallo Liguanti, in vecchiaia, ha atteso molto per rivelare quello che - come direbbe Pasolini - molti sapevano ma non avevano le prove per dimostrarlo. A trentatre anni dalla strage a chi si chiederà conto per quella strage?

La Casta ci costa 2 miliardi Come l'aumento dell'Iva

LA CORTE DEI CONTI

La Casta ci costa 2 miliardi
Come l'aumento dell'Iva

I magistrati contabili avvisano il governo: bisogna tagliare di più

venerdì 28 giugno 2013

Metalli pesanti nei cibi: ecco la lista delle marche che li contengono

Cibi contaminati da metalli pesanti: i dati di uno studio condotto dal dott. Stefano Montanari e la moglie dott. Antonietta Gatti.

Metalli pesanti nei cibi: ecco la lista delle marche che li contengono
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Cibi contaminati: ecco le marche da evitare

 
Particelle di metalli pesanti contenute in prodotti alimentari venduti regolarmente in Italia e nel mondo. A dimostrarlo, è uno studio condotto dal dott. Stefano Montanari e la moglie dott. Antonietta Gatti. Le particelle altamente cancerogene proverrebbero dal fumo di termovalorizzatori, o meglio degli inceneritori di rifiuti. 
La realtà dei metalli pesanti ci tocca direttamente, sebbene l'argomento non venga trattato in tv. L'analisi è stata effettuata su compioni casuali, prodotti presi dagli scaffali del supermercato. Le marche riportate non includono discount e prodotti importati. Queste sostanze, però, sono dappertutto: cosmetici, pentole, aria, acqua, farmaci e vaccini ne contengono una piccola quantità che ogni giorno accumuliamo ed eliminiamo solo in minima parte. L'assunzione provoca danni ad alcuni organi (cervello, fegato e reni in primis) e alle ossa, e sono spesso un fattore aggravante in diverse malattie croniche.
Di seguito l'elenco delle marche e dei prodotti risultati positivi alle analisi sulla presenza di metalli pesanti. Gli scienziati hanno inviato alle aziende interessate i risultati delle loro analisi senza ricevere alcuna risposta.
 
1. PANE PANEM
2. CORNETTO SANSON
3. BISCOTTO MARACHELLA SANSON
4. OMOGENEIZZATI PLASMON AL MANZO/ AL PROSCIUTTO E VITELLO
5. CACAO IN POLVERE LINDT
6. TORTELLINI FINI
7. HAMBURGER MC DONALD
8. MOZZARELLA GRANAROLO
9. CHEWINGUM DAYGUM PROTEX PERFETTI
10. INTEGRATORI FORMULA 1 E 2 HERBALIFE
11. PANDORO MOTTA
12. SALATINI TINY ROLD (USA)
13. BISCOTTI OFFELLE BISTEFANI
14. BISCOTTI GALLETTI/GRANETTI/MACINE/NASTRINE DE MULINO BIANCO BARILLA
15. BAULETTO COOP
16. PLUMCAKE
17. GIORLETTO BISCOTTI
18. BISCOTTI RINGO PAVESI
19. PANE CARASAU I GRANAI DI QUI SARDEGNA
20. PANE CIABATTA ESSELUNGA
21. PANE MORBIDO MULINO BIANCO BARILLA
22. PANE ANGELI CAMEO

Fonte: Dioni, Informare per Resistere

Marra: la necessità del linguaggio scurrile e il coraggio di chiedere agli altri come ci vedono..

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In antico questo problema non c’era, visto che vigeva addirittura l’uso di attribuire alle persone dei contronomi in base alle loro caratteristiche fisiche, morali o comportamentali, positive o negative che fossero.
Oggi invece, in virtù di una serie di principi non certo infondati, quali il rispetto per gli altri, la discrezione, il galateo eccetera, si è però giunti al punto che questa altrui ‘ingiudicabilità’ ha contribuito a causare tipologie umane caratterizzate da una totale indifferenza verso gli altri. Argomenti già trattati in miei precedenti scritti (L’uomo di merda naturale, La fase di Ilenya).
Occorre in sostanza – senza naturalmente ripristinare una cultura dell’uso meramente recriminatorio dei difetti o degli errori – che la società si renda però conto dell’importanza di non lasciare le persone prive del giudizio altrui, purché cauto, sincero e rivolto a finalità di recupero.
È importantissimo perché il modo peggiore di non rispettare gli altri è tacergli i loro errori, i loro vizi, i loro limiti, il modo in cui li vediamo, poiché equivale a negargli la possibilità di cambiare, di guarire, di risolvere; e quindi a condannarli a sprofondare in quegli errori di cui, se non glieli ricorderemo, tenderanno a dimerticarsi sempre più, rovinando così le vite loro e altrui.
Ovviamente il giudicare di cui parlo non ha nulla in comune con l’insultare – cosa che la società, specie degli internauti, sa già fare – ma deve consistere nel non far mancare il nostro sincero e responsabile giudizio di condanna a chi sbaglia.
Un impegnativo, difficile gesto di altruismo e di responsabilità, perché è probabile che il criticato non prenda le critiche nel modo che auspichiamo.
Fermo restando insomma che possono esserci casi in cui è meglio tacere (la realtà è molteplice), e che forme e contenuti vanno attentamente valutati ogni volta, va di sicuro eliminata questa cultura del riserbo, della ‘diplomazia’ a tutti i costi, di questo gravissimo, malinteso, senso del ‘rispetto della privacy’.
Un rispetto della privacy che ha reso normale – specie nel mondo anglosassone – che taluno possa rotolarsi, magari morente, su un marciapiedi da 100.000 persone al giorno, senza che nessuno se ne curi..
Mi ha detto una volta Francesco Naty, un mio amico, che Napoli è l’unica città dove, se si ode un’esplosione, la gente, anziché fuggire più lontano possibile, si precipita a vedere cos’è accaduto..
Non so quanto questo sia ancora vero, ma bisogna afferrare per la coda questo tipo di cultura, questo tipo di umanesimo, che sta per scomparire, e valorizzarlo..
Un buon metodo è forse farci coraggio e stimolare noi stessi il giudizio su noi, tanto più che, a ben pensarci, è un gran vantaggio: serve a capire il perché di quel che ci accade.
Anzi, per dare il buon esempio, comincio io: scrivetemi di me quel che vi pare su [email protected], e prometto che, scelte le mail più intelligenti, pubblicherò solo le più cattive.
E non importa se mi scriveranno soprattutto gli sboccati (o gli influencer) solo per insultarmi, perché se uno solo riuscisse a dirmi una sola cosa delle tante cose che non ho capito, ne sarebbe valsa la pena.
Anzi, giacché ci siamo, ne approfitto: oltre a qualunque cosa che a ciascuno possa venire in mente di dirmi, vorrei saperne due in particolare. La prima – che è la più importante – attiene alla sfera pubblica, ed è che vorrei sapere quali sono secondo voi i motivi del silenzio nei miei confronti, non semplicemente dei media, ma degli stessi cittadini, perché, me lo si può senz’altro dire e analizzerò con attenzione le tesi di chi me lo dirà, ma, a mio avviso, non è una questione di indifferenza. La seconda, che attiene alla sfera privata, e che possono dirmi soprattutto le persone che mi conoscono meglio, è perché divento spesso centrale nelle vite delle donne che incontro, ma tutte impegnano con me delle terribili lotte strategiche per vincermi. Secondo me dipende da quella che in La storia di Giovanni e Margherita ho definito come una «paura di perdermi in quanto simile senza sapere se mi ritroveranno in quanto diverso» nel momento in cui dovesse giungere l’omologazione politica e culturale delle mie tesi. Una paura che, nel mentre il perdurare del silenzio sociale nei miei confronti mi rende debole, fa scattare parallelamente il desiderio di dominarmi, il timore di non poterci riuscire, e la tendenza a schierarsi con la maggioranza che mi combatte con il silenzio. Fermo restando che la soluzione vera potrebbe essere che non ho capito niente, che le cose stanno in tutt’altro modo, che anzi sono stolto, illuso o troppo vecchio, benché non so quanto c’entri, perché mi capita da sempre, e inoltre non mi è mai sembrato un modo di rifuggirmi, ma di volermi irretire.
Comunque sia, avanti pure con i giudizi: iniziamo, vi prego, un’era dei giudizi su tutto e tutti.
Giudizi affettuosi, costruttivi, ma senza remore e senza riserve, perché molte cose cadranno, ma quello che resterà sarà quello che valeva la pena di conservare..
Iniziamo a chiamare, sul muso, senza giri di parole, uomini e donne di merda gli uomini e le donne di merda, lenoni i lenoni, egoisti gli egoisti, puttane le puttane, illusi gli illusi, idioti gli idioti, drogati i drogati, accattoni gli accattoni, invertebrati gli invertebrati; perché mille parole approssimative non ne valgono una esatta.
Gli eufemismi, amici miei, ci hanno rovinato, perché diceva Carlo Levi: «Le parole sono pietre»: pietre che vanno scagliate, o diminuirà sempre più la nostra capacità di distinguere tra il bene e il male..

giovedì 27 giugno 2013

In base alla legge i comuni potrebbero battere moneta propria!


Riceviamo e pubblichiamo da Gianluca Monaco: 

“Al Comune spettano tutte le funzioni che riguardano la popolazione ed il territorio, in particolare è il Comune stesso che deve farsi carico delle esigenze nascenti in determinati settori specificamente delineati dal dettato normativo. “
 
A conferma di quanto sopra infatti, l’articolo 112 del T.U.E.L. enuncia che: “Gli enti locali, nell’ambito delle rispettive competenze, provvedono alla gestione dei servizi pubblici che abbiano per oggetto produzione di beni ed attività rivolte a realizzare fini sociali e a promuovere lo sviluppo economico e civile delle comunità locali”.

 
Queste ampie funzioni che come abbiamo visto vengono in diversi modi attribuite all’ente comunale, comportano uno serie di problematiche:
a) in primo luogo sono frequenti le controversie circa la definizione dei confini dei ruoli tra i livelli di governo in alcuni settori chiave quali, ad esempio, quello della tutela della salute, governo del territorio e dell’ambiente nonché in tema di servizi sociali.

 
b) In secondo luogo risulta problematico delineare il rapporto tra le nuove competenze attribuite al Comune e le effettive risorse che al Comune stesso vengono messe a disposizione.
Tutto questo in attuazione dell’art. 119 Cost. il quale prevede per i Comuni (Province, Città Metropolitane e Regioni) autonomia finanziaria di entrata e di spesa, tributi ed entrate propri, compartecipazione al gettito di tributi erariali riferibili al loro territorio nonché un fondo perequativo per i territori con minore capacità fiscale per abitante.


 
Prevede altresì il medesimo articolo che le risorse di cui sopra consentono al Comune di finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite.

 
Inoltre l’art. 7 del Decreto Legislativo 112/1998 prevede la “devoluzione alle regioni e agli enti locali di una quota delle risorse erariali tale da garantire la congrua copertura […] degli oneri derivanti dall’esercizio delle funzioni e dei compiti conferiti nel rispettodell’autonomia politica e di programmazione degli enti; in caso di delega regionale agli enti locali, la legge regionale attribuisce ai medesimi risorse finanziarie tali da garantire la congrua copertura degli oneri derivanti dall’esercizio delle funzioni delegate, nell’ambito delle risorse a tale scopo effettivamente trasferite dallo Stato alle Regioni”. Dal dettato dell’art. 54 T.U.E.L. emerge altresì che il Sindaco, sempre nella sua funzione di ufficiale di Governo: emana atti in materia di ordine e sicurezza pubblica, svolge funzioni in materia di polizia giudiziaria, vigila sulla sicurezza e l’ordine pubblico, adotta Ordinanze contingibili ed urgenti in caso di pericolo per l’incolumità dei cittadini.

 
E’ necessario ricordare inoltre che il Sindaco opera come Ufficiale di Governo anche relativamente ad altre funzioni sulla base di norme di settore (ad es. in base alla Legge 833/78 in materia di sanità).

 
Proprio in merito alle funzioni svolte quale Ufficiale di Governo è utile svolgere qualche breve considerazione.

 
Prima di tutto occorre chiarire che il Sindaco che esercita le funzioni di Ufficiale di Governo o di autorità sanitaria non è un organo del Comune, ma dello Stato.
Tale principio viene chiaramente sostenuto dalla giurisprudenza, ultimamente si è pronunciata in proposito la Corte di cassazione.

 
In tema di poteri e funzioni del Sindaco la giurisprudenza ha avuto modo di pronunciarsi più volte; punto di notevole interesse è quello relativo al potere di ordinanza del Sindaco medesimo.
Circa tale aspetto, il Consiglio di Stato ribadisce che: “… i presupposti che si richiedono per l’adozione dei provvedimenti contingibili ed urgenti, da parte della massima Autorità comunale, sono – ai sensi dell’art. 38 comma 2, l. 142/1990 – da un lato, l’impossibilità di
differire l’intervento ad altra data in relazione alla ragionevole previsione di danno incombente (donde il carattere dell’urgenza); dall’altro, l’impossibilità di provvedere con gli ordinari mezzi offerti dalla legislazione (donde la contingibilità)”.
 
Proprio per i punti ed i passaggi messi in evidenza ( con il grassetto ), i Sindaci possono operare con provvedimenti (ordinanze) contingibili ed urgenti in materia di sanità e sicurezza dotandosi di strumenti straordinari rispetto a quelli previsti dalla legislazione. Lo strumento monetario”diverso” da quello previsto dalla legge ( L’Euro ) può essere sostituito con uno strumento monetario alternativo e straordinario rispetto a quello “forzoso” per prevenire problemi di salute pubblica “mentale” dovuti alla crisi monetaria ed alla angoscia sociale che sono le cause di problemi di sicurezza pubblica quali gesti estremi violenti che potrebbero coinvolgere la comunità ( drastici suicidi, esplosioni, messe a fuoco,stragi ) ed evitare l’incremento del crimine dovuto alla affannosa ricerca di soldi. 


Gianluca Monaco 

Mr. Ecclestone: «E se l'Italia perdesse il Gp di Monza?» Dopo la sentenza farsa sul caso Mercedes-Pirelli, un'altra uscita del patron della F1

L'anticipazione è di quelle succose, racconta che Bernie Ecclestone, patron della Formula 1, nell'intervista concessa a Panorama oggi in edicola, fra le altre cose ha detto: «Se dovessimo rinunciare a Monza, e dico se, perché nessuna decisione è stata presa, sarebbe solo per motivi economici.







Certo la qualità del circuito e l'organizzazione potrebbero essere migliori ma, ripeto, non è quello il punto cruciale».
Come no. Punto cruciale è che il Circus appena uscito discretamente ridicolizzato dalla sentenza farsa sul caso “test gomme segreto Mercedes-Pirelli” (la famigerata sanzione non sanzione alla casa tedesca, cioè l'indolore ammonizione e le prove giovani piloti saltate) poteva evitarsi a stretto giro quest'altra possibile novità che sa di sparata. Perché, ragionandoci a caldo, la sensazione è che si tratterebbe dell'ennesima sberla all'indirizzo di Maranello. La Ferrari aveva chiesto giustizia per il caso gomme e la sua protesta (e quella di Red Bull) era stata bellamente ignorata. Adesso, giusto per gradire, ecco Ecclestone (che ci teneva tantissimo a non turbare la Mercedes, unico costruttore ufficialmente presente in F1) a rilanciare. Perché togliere il Gp d'Italia, o nella migliore delle ipotesi spostarlo da Monza, vorrebbe dire violentare il motorismo italiano, sottolineando che politicamente la Rossa conta ormai una cippa. Per cui difficilmente accadrà.
Come sempre, dietro certe uscite di Ecclestone c'è sempre un motivo. Nella fattispecie il fastidio per i molti pasticci della precedente gestione dell'autodromo che hanno posto l'impianto (e di conseguenza anche l'organizzazione del Gp) al centro dell'attenzione della Procura monzese. L'indagine per la presunta evasione fiscale a carico di Enrico Ferrari, ex direttore generale Sias (la società che amministra il circuito) è infatti arrivata a lambire, non da indagato, lo stesso patron del mondiale. Che non a caso, a Panorama, ha dichiarato: «Non ho ricevuto alcuna richiesta di chiarimento dai magistrati italiani. Tutti i nostri registri sono a loro disposizione». Che giocherellone quel Bernie.

mercoledì 26 giugno 2013

APPUNTO Facci: se i soldi pubblici vanno a puttane (ma davvero) In Sicilia i fondi per i disoccupati finivano alle escort. Un bello schifo...

Se i soldi pubblici vanno a putt... 
(e non è una battuta)

In Sicilia i fondi per i disoccupati finivano in puttane: detta così è un po’ cruda, ma è come la racconteremmo tra di noi. I dettagli li trovate all’interno: in pratica c’era un comitato di politici e funzionari che intascava i fondi comunitari per i disoccupati e in parte li utilizzava per regalare cene ed escort. Un bello schifo: ma oltre a questo, che dire? Che commento fare? Ce ne starebbe uno etno-qualunquista, genere «certe cose succedono solo in Sicilia» e via così. Oppure un commento antipolitico, anche perché tra gli arrestati figura gente del Pdl, Pd, Udc, Mpa, Grande Sud e insomma tutti: tuttavia è coinvolta anche la mitica società civile. Dunque? Limitiamoci ad auspicare una soluzione all’inglese. Le categorie coinvolte, vediamo, sono essenzialmente tre: i politici, le escort e i disoccupati. I politici fottevano entrambi, ma pagavano solo le prime coi soldi per i secondi. Le escort non facevano che il loro lavoro, materia ambita dai disoccupati, ergo la soluzione è semplice: una volta usciti di galera, i politici seguiteranno a pagare le escort - con fondi propri - ma a consumo dei disoccupati: questo sinché quest’ultimi non avranno trovato un lavoro. Qualora il disoccupato fosse omosessuale - eventualità che nella Sicilia di Crocetta non scandalizzerebbe nessuno - il politico dovrà parimenti, diciamo così, pagare con fondo proprio. Dopodiché il disoccupato diverrà dolorosamente lui.     
di Filippo Facci
@FilippoFacci1

Seconda casa dell’acqua, i cittadini sceglieranno dove installarla. Intanto la fontana dei giardini di via Rovani/Bandiera imputridisce

fontana rovani

Da un lato, una bella iniziativa come la Casa dell’acqua di SpazioArte. Dall’altro, la manutenzione carente delle fontane esistenti, come quella nei giardini tra le vie Rovani e fratelli Bandiera, dove l’acqua imputridisce, secondo la eloquente denuncia inviataci da un lettore.
ACQUA AZZURRA- Con oltre 3mila litri erogati in media al giorno, ha permesso di evitare l’utilizzo di 730mila bottiglie di plastica, con un conseguente risparmio di 123mila chili di anidride carbonica, 57mila litri di petrolio e 49 Tir in meno sulle strade. L’amministrazione comunale di Sesto San Giovanni vuole provare a bissare il successo installando una seconda casa dell’Acqua sul suo territorio, grazie a CAP Holding, chiedendo agli stessi sestesi di scegliere il giardino nel quale realizzare la struttura.
L’acqua pubblica – ha dichiarato l’assessore all’Ambiente Elena Iannizzi – è buona e controllata. L’apertura della prima casa dell’acqua è stata un vero successo, permettendoci così di diffondere la consapevolezza del risparmio ambientale ed economico nell’utilizzo dell’acqua pubblica al posto di quella in bottiglie di plastica. Ora vogliamo coinvolgere ancora di più i sestesi, chiedendo loro dove sia meglio far sorgere la nuova struttura”.
Quattro i giardini in lizza: il Corridoni-Padovani nel quartiere 1, il Boccaccio-Puccini nel 2, l’Italia-Tevere-Mincio nel 4 e il Marx-Cantore nel 5. Il giardino che riceverà più voti sarà quello che ospiterà la seconda Casa dell’Acqua di Sesto San Giovanni.
Si potrà esprimere il voto on line sul sito del Comune (www.sestosg.net) per tutta l’estate.
ACQUA (POCO) CHIARA- Per giardini che ospiteranno la Casa dell’acqua, altri dove l’acqua c’è ma marcisce. E’ il caso della fontana del giardino tra le vie Rovani e F.lli Bandiera. Scrive un  lettore sulla nostra bacheca Facebook: “Pulita non più di 20 giorni fa, ha funzionato 8 giorni, poi si è bloccata. Col vento e l’inciviltà delle persone si è ridotta così. La fontana si trova in questa condizioni da circa 15 giorni e va sempre peggio, l’acqua stagnante è l’habitat ideale per le uova di zanzara. I bambini che lì vicino giocano vogliono metterci le mani dentro, ma non potendo ci buttano dentro ciò che trovano”. Urge intervento.

martedì 25 giugno 2013

Ruby, Elio sapeva già come sarebbe andata a finire

Due anni fa Elio e le storie tese durante la trasmissione di Serena Dandini su Rai Tre "Parla con me" presentò la sua canzone sul “bunga bunga”. Sapeva già come sarebbe andata a finire.

Allarme dell’Agenzia delle Entrate: “Circolano false comunicazioni sulle anomalie tra reddito dichiarato e spese sostenute” -

Una lettera in bianco e nero, anziché coi colori dell’agenzia e un 2012 in più nella mail. Dettagli che non possono essere notati da chi si trova sul tavolo una comunicazione “apparentemente” ufficiale dell’Agenzia delle entrate la quale contesta il reddito rispetto alle spese sostenute.
Dettagli importanti, però, perché queste comunicazioni sono false, anche se del tutto simili a quelle vere. A lanciare l’allarme è la direzione della Lombardia dell’Agenzia delle entrate, dopo che alcuni cittadini avevano ricevuto delle false comunicazioni di anomalia tra spese sostenute e reddito dichiarato
La Direzione Regionale della Lombardia ha già provveduto a denunciare il fatto alla Procura della Repubblica. I cittadini che dovessero risultare destinatari delle false comunicazioni sono invitati a prestare la massima attenzione e informare gli uffici dell’Agenzia delle Entrate. L’elenco degli uffici della Lombardia, con indirizzi e numeri di telefono, è disponibile sul sito Internet all’indirizzo http://lombardia.agenziaentrate.it  nella sezione “Indirizzi utili”.

Clicca sulle immagini per vedere le differenze tra falsa comunicazione e vera comunicazione