Il Wall Street  Journal, in un articolo pubblicato ieri in prima pagina, si chiede:
 “ l’Italia rischia di arrivare a una stabilità simile a quella di un 
cimitero”?  Se gli italiani leggessero la stampa estera,  invece di 
quella italiana foraggiata dal finanziamento pubblico, forse dei 
politici che conosciamo oggi non ci sarebbe più traccia. Ma come invece 
sappiamo, una buona parte della stampa nazionale preferisce rimanere 
attaccata alla tetta di mamma Stato, e continuare pure a spacciarsi per 
 azienda imprenditoriale. Bella forza fare impresa col minimo rischio, e
 siccome grazie al foraggio di Stato possono ancora  continuare a 
limitare il rischio, ecco che la trasparenza e le vere notizie 
spariscono.
La stampa anglosassone e americana ci va invece nozze, e
 così addio anche alla tanto decantata credibilità. E poi, come si può 
continuare a riempirsi la bocca con la parola credibilità, quando da 
alcuni servizi televisivi siamo venuti a conoscenza che il premier Letta
 risulta essere un nullatenente? Tant’è, ma nel frattempo, l’Italia 
invece di avere un minimo di sussulto di orgoglio, preferisce continuare
 a chiacchierare dell’approvazione dei decreti legislativi, che come 
sappiamo, se non sono prima approvati dalle due camere, diventano 
inutili e finiscono col seminare incertezze e zizzania a destra e a 
manca. Intanto, il  Wall Street  Journal, nell’articolo in questione ci 
ricorda che Letta intende tenere insieme il governo fino a quando 
l’Italia non avrà completato la sua presidenza  di turno  dell’Unione 
Europea, ovvero fino alla fine della prima metà del 2015. Eppure, si 
chiede sempre il WSJ, molti principali imprenditori italiani considerano
 seriamente allarmanti le prospettive di altri 18 mesi di governo Letta.
 Anche i ministri, ora  riconoscono in privato, che il bilancio per il 
2014 è stato deludente: dopo la disputa nella coalizione, sono stati 
previsti  nel prossimo anno solo € 2,5 Mld di tagli alla spesa su un 
totale di spesa pubblica complessiva di € 810 Mld, e che tale taglio 
dovrebbe finanziare la riduzione delle tasse. € 1,2 Mld, saranno invece 
risparmiati attraverso il nuovo piano di privatizzazione e dismissione 
annunciato la scorsa settimana. Anche in questo caso, è sufficiente 
guardare a questo bilanci,  per capire che la parola credibilità diventa
 un ossimoro. Come spiega il WSJ, Letta, come il suo predecessore,  l’ex
 primo ministro Mario Monti,
 ha mostrato un evidente zelo di riformatore, ma ben presto ha dovuto 
insabbiarlo in quanto paralizzato dall’ opposizione politica, sia dentro
 che fuori il Parlamento.
Questo è preoccupante perché l’Italia è l’unico fra i paesi dell’Europa meridionale a
 non aver visto alcun miglioramento significativo della sua posizione 
sulla competitività sin dall’inizio della crisi finanziaria globale, 
osserva Gilles Moec, economista di Deutsche Bank.
 “La produttività totale dei fattori è diminuita dal 2008. I costi 
unitari non sono diminuiti, la redditività delle imprese è peggiorata e 
l’andamento delle esportazioni italiane non ha  permesso di raccogliere 
molto”.  Diversamente dalla stampa nazionale, il WSJ va a fondo della 
questione e mette il dito sulla vera piaga italiana, ovvero sostiene che
 identificare i tagli sarebbe facile, ciò che ritiene essere difficile è
 affrontare gli interessi tra sindacati e datori di lavoro, che hanno 
bloccato gli sforzi precedenti alla riforma del sistema giudiziario, e 
le regole del lavoro e della pubblica amministrazione, che sono tra i 
principali ostacoli alla crescita. E molti dubbi il giornale economico 
continua a manifestarli nonostante l’influenza di Berlusconi sia ora 
diminuita, ed è convinto che Letta non sarà in grado di unire i due poli
 della sua coalizione dietro un programma di riforme di ampio respiro.
Altro ostacolo da superare, sempre secondo il WSJ,
 è l’autocompiacimento senza risultato. Infatti, i recenti sforzi per 
revisionare l’economia, rischiano ora una battuta d’arresto, nonostante 
l’intervento della Banca centrale europea abbia allentato la pressione 
del mercato finanziario. Finché la BCE mantiene gli oneri finanziari 
bassi e il governo continua a eseguire un avanzo di bilancio primario, 
il mercato può continuare a giudicare il debito italiano sostenibile, 
anche se la competitività del paese, a lungo termine, continuerà ad 
essere erosa. Concludendo, il WSJ sostiene di non meravigliarsi, se 
molti italiani temono che la stabilità del signor Letta, si riveli 
essere la stabilità del cimitero.
Fonte: lindipendenza.com
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