giovedì 14 marzo 2013

Giardino di via XX settembre, "il sindaco ha mentito" Sesto, le bordate dell'opposizione


Landucci e Lamiranda all'attacco del primo cittadino Chittò: "La cessione all’oratorio era sul piatto ben prima
che l’Aula venisse coinvolta"
di Patrizia Longo

Il sindaco di Sesto San Giovanni, Monica Chittò
Il sindaco di Sesto San Giovanni, Monica Chittò
di Patrizia Longo
Sesto San Giovanni, 14 marzo 2013 — «Il centro Tenebiaco non aveva rinunciato al giardino di via XX Settembre, come è stato detto in consiglio comunale. E sulla cessione dell’area alla parrocchia, a precisa interrogazione, il sindaco ha dichiarato una cosa non vera». Partono all’attacco i consiglieri Franca Landucci (Gruppo misto) e Antonio Lamiranda (Pdl) che — preannunciando un esposto alla Corte dei conti per la demolizione dello spazio pubblico di verde attrezzato, «realizzato solo dieci anni fa con un esborso superiore a 650mila euro» — chiedono «trasparenza e rendiconto sull’operato dell’amministrazione comunale». Una domanda su tutte: «Vogliamo sapere chi è lo sponsor che copre il costo dell’intervento di oltre 150mila euro, visto che l’area è e rimane pubblica almeno per dieci anni».
Due i documenti finiti nel mirino dei capigruppo d’opposizione. Il primo: la domanda inoltratadalla parrocchia, sin dal maggio 2012, in pieno ballottaggio elettorale. Il secondo: la lettera, protocollata ad agosto, del Centro per anziani Tenebiaco che prende atto della volontà del Comune di cedere l’area. «Non vi è stata nessuna rinuncia — hanno rimarcato i due consiglieri —. E adicembre il sindaco ha negato qualsiasi ipotesi di cessione. Perché non si è voluto usare la trasparenza occorrente in una questione del genere? Una cosa è certa: vengono dispersi soldi pubblici senza giustificazione: sussistevano soluzioni alternative idonee a preservare lo spazio pubblico e a garantire la realizzazione di un nuovo campo di calcio per l’oratorio».
A lavori di demolizione ormai avviati, Landucci e Lamiranda si sono detti «rattristati nel vedere nel giro di pochi giorni la messa in esecuzione di un disegno preconfezionato sin da maggio 2012 e di cui si è voluto tenere all’oscuro il quartiere, il centro Tenebiaco, la cittadinanza e anche le forze politiche escluse dalla partita, fino a quando è stata portata in votazione la delibera di cessione, il 18 febbraio». Sei giorni prima delle elezioni.
«L’amministrazione comunale non ha mai detto, né scritto agli atti, che il Tenebiaco abbia rinunciato al giardino — ha ribattuto il sindaco Monica Chittò —. A dicembre io non ho detto il falso, magari sono stata formale nella risposta: mi si chiedeva se c’era un cambio di gestione, in realtà è un cambio di destinazione d’uso. Nella riunione a cui si fa riferimento nella lettera del Tenebiaco, non c’era nessuno dell’amministrazione, solo la presenza legittima di consiglieri che si muovono per raccogliere le necessità di un quartiere. Non mi spaventa il ricorso alla Corte dei conti: una città non può rimanere ferma e uguale a se stessa. E, per chi conosce quel quartiere, era la scelta corretta: non ci sono opportunità per i giovani, oltre all’oratorio che ha bisogno di più spazio; mentre gli anziani hanno la bocciofila in via Risorgimento e il giardino di via XXV Aprile, dove sarà spostato il gazebo».

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