martedì 24 luglio 2012

Allarme per la sanità lombarda A rischio 4mila posti letto La salute in tempi di crisi potrebbero andarsene in 12mila fra medici e infermieri


Due infermiere portano un letto nella corsia di un ospedale (Newpress)
Due infermiere portano un letto nella corsia di un ospedale (Newpress)

Milano, 24 luglio 2012 -Quattromila posti letto a rischio (quelli garantiti in Lombardia sono 40mila)oltre a tagli «non ancora quantificati» con certezza (ma ipotizzabili) al personale che «già oggi con 105 mila impiegati nel pubblico e 35 mila nel privato non sono sufficienti». La Cgil Lombardia lancia la sua campagna d’autunno e prospetta alcune delle conseguenze dei tagli del governo alla sanità regionale, già nel mirino delle inchieste della magistratura. «Vogliamo lanciare un vero e proprio allarme - ha spiegato Giacinto Botti, segretario Cgil Lombardia durante il sit in sotto Palazzo Lombardia - una lotta agli sprechi è necessaria ma tagli di questo genere non sono sostenibili». Anche perchè, come spiega Florindo Oliverio, segretario generale funzione pubblica Cgil Lombardia, «le ricadute occupazionali rischiano di pesare non poco. Naturalmente sono ancora stime ma se dovessero essere confermati i tagli del 10% su personale infermieristico e 20% sui medici in Lombardia potremmo avere 12 mila persone in meno».


Da qui la necessità, auspica Oliverio, «di sedersi presto attorno ad un tavolo, con l’assessore regionale alla sanità, per discutere della riorganizzazione dei servizi ospedalieri». Nemmeno per il sindacato i «tagli sono un tabù», «a patto che si provi a tradurre i numeri in servizi partendo dal fabbisogno del territorio». Difficile? «Complicato, ci vuole una nuova politica sanitaria che punti più alla prevenzione che alla prestazione e quindi favorisca il pubblico e meno il privato.
Rivedendo quindi il sistema di accreditamento delle strutture private. E se il governatore, su pressione della Lega, sembra disponibile a discutere di posti letto e a «darci un taglio ai fondi per i privati», di fatto sinora nulla di concreto è stato fatto. Certo è che nei grandi ospedali pubblici gli organici sono già ridotti all’osso,con un blocco contrattuale che è già in atto dal 2009. «In questo momento di forte crisi - interviene Alberto Villa, segretario Funzione Pubblica Cgil - la Regione Lombardia dovrebbe mettere nero su bianco le risorse e spiegarci come intende spenderle».
di Stefania Consenti

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