giovedì 3 ottobre 2013

GOVERNO DEL FARE (dire e baciare) II puntata


 
IL GOVERNO DEL DIRE ED IL GOVERNO DEL FARE
Checché ne dica il Presidente del Consiglio Enrico Letta, il suo è il governo delle buone intenzioni e quindi delle promesse non mantenute. Mi piacerebbe fare finta di prendere il suo posto per il tempo di scrivere questo mio e forse, potrei interpretare la voce della stragrande maggioranza degli italiani.
Promesse del Governo Letta: diminuzioni delle tasse in generale, aiuti ai giovani, cancellazione dell'IMU sulla prima casa (se non è una reggia o un castello), incentivi per il lavoro, sostegno alla piccola imprenditoria;
Promesse del mio ipotetico governo: IDEM COME SOPRA...
Realizzazioni del Governo Letta: aiuto ai giovani con meno di trenta anni, purché sprovvisti di diploma e di laurea e con almeno sei mesi di cassa integrazione, aumento dell'IVA di un punto (e al diavolo le famiglie e le imprese), istituzione della TARES (che stangata, gente!) - però mantiene (per il momento, almeno) la soppressione dell'IMU sulla prima casa (reggia o castello a parte) – e a conti fatti ci abbiamo rimesso il doppio degli altri anni -... LA SCUSA CHE PORTA PER IL SUO FALLIMENTO (ma medianicamente è il suo successo, non si sa bene come mai e perché) E' (al solito) CHE E' L'EUROPA CHE LO VUOLE, INSIEME ALLA STABILITA' DEL GOVERNO.
Come avrebbe agito il mio ipotetico governo: Intanto a muso duro il ministro del tesoro si sarebbe dovuto recare alla prima riunione della Unione Europea (siamo tra i fondatori, mi pare e tra poco c'è il semestre a guida italiana) col compito di obbligare chi di dovere a ripatteggiare il valore dell'Euro, a consentire almeno un parziale conio da parte nostra e dei paesi in difficoltà, un inferiore interesse da parte delle Banche Europee e tutto questo per diminuire drasticamente il debito pubblico e poi vedere di trovare qualche modo per controllarlo od estinguerlo. Naturalmente i Paesi padroni si sarebbero messi a ridere, ed allora avremmo minacciato la nostra uscita e dall'Euro e dall'Unione Europea (temendo una ripercussione sugli altri stati mediterranei quelli di sicuro riderebbero meno). Poi si poteva finalmente pensare a risolvere i guai italiani. Essendosi dunque allargata di tanto la famosa coperta finalmente si sarebbero potuti sbloccare i contratti dei lavoratori, fermi da tanti anni e ridare così fiato all'economia ed al consumo. Su questa via (avendo disponibilità monetaria e potendocene fregare dello spread e di altri vincoli) si dovrebbe diminuire l'IVA gradatamente fino ad arrivare al 10 % ed eliminare le accise più obsolete dai carburanti. Poi, visto che questo ipotetico governo si potrebbe definire Governo Forte un ultimo sassolino: gli immigrati che sciamano con usi e costumi loro (che non intendono adeguare alle leggi italiane)... Per loro non ci sarebbe più spazio, ne abbiamo già tante di risorse, ora che ne approfitti anche il resto dell'Europa e degli altri continenti... Finalmente si potrebbero attuare certe riforme ferme da troppo: l'istruzione, il lavoro, la sanità.
Ed ora i lati spiacevoli non in linea col politicamente corretto: la riforma della giustizia, per lasciare alla magistratura SOLO il potere giudiziario, la riconquista della Famiglia, lasciando poco spazio pubblico a chi ritiene la stessa diversa da quella che è nella tradizione della nostra civiltà, incentivi a chi fa figli italiani (e per italiani intendo proprio dire italiani, senza ius soli), ed infine, dulcis in fundo, la ricostruzione dei quadri del nostro esercito e l'ammodernamento delle armi. Non per guerrafondare, bensì per difenderci dai Poteri Forti che certamente non gradirebbero la resurrezione dell'Italia...

1 commento:

  1. RILEGGENDO MI SONO ACCORTO DI IMPERDONABILI ERRORI: GIA' MENENIO AGRIPPA NON PARLAVA DI APPARATO DIGERENTE, BENSI' DI ARTI (BRACCIA E GAMBE) E, QUELLO PIU' GRAVE PER CHI VORREBBE INSEGNARE QUALCHE COSA E' CHE NEI VESPRI SICILIANI I DOMINATORI NON ERANO SPAGNOLI, MA FRANCESI. MI COSPARGO LA TESTA DI CENERE E CHIEDO SCUSA (io come soggetto, non come Vox Populi)

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