lunedì 21 febbraio 2011

Troppe chiacchiere e perdite di tempo L'ultimo addio si farà senza corteo

L'ordinanza del sindaco Gasparini che regola il trasporto dei defunti è destinata a far parlare molto: stop ai cortei funebri per la città, nuove disposizioni in arrivo per gestire le celebrazioni funebri e gli addii ai cari

Daniela Gasparini, sindaco di Cinisello Balsamo
Daniela Gasparini, sindaco di Cinisello Balsamo
Cinisello Balsamo, 20 febbraio 2011 – Cortei funebri? Cinisello ha detto addio e in città, dentro e fuori i corridoi della politica, si alza il polverone, tra polemiche e sostenitori. L’ordinanza firmata dal primo cittadino Daniela Gasparini che regola il trasporto dei defunti farà discutere ancora per molto: come le decisioni sui festeggiamenti del 17 marzo non vede concordi gli italiani, così la presa di posizione del sindaco non metterà facilmente d’accordo i cinisellesi.
L’ordinanza fa seguito a una lunga riflessione dei parroci delle chiese locali che si sono confrontati a lungo, anche con i membri dei rispettivi consigli pastorali, su quella che comunque è stata una decisione delicata e a suo modo sofferta. Dietro alla scelta ci sono diverse motivazioni: dal fatto che spesso e volentieri il corteo fosse oltremodo rumoroso e poco dedito al silenzio e alla preghiera, alle difficoltà viabilistiche fino alle difficoltà dei preti che, sempre meno numerosi, faticavano a star dietro a un alto numero di celebrazioni che con il corteo si allungavano notevolmente nel tempo.
«Questa decisione è in accordo con l’autorità comunale — spiega don Luigi Bosisio, decano della città, leggendo una lettera che nei prossimi giorni sarà spedita alle famiglie per motivare la posizione — Una decisione che segue la prassi già in atto in molte altre città. Il suggerimento che diamo è quello di portare la salma in chiesa un quarto d’ora prima dell’inizio della funzione, per lasciare un vero spazio di raccoglimento e preghiera. Sta poi a noi preti accompagnare le famiglie in questi momenti delicati».
Cinisello si divide: anche se in questi casi, si sa, quello che sembra stare alla base delle insoddisfazioni di molti è più un legame con la tradizione che non una vera comprensione delle motivazioni suggerite dai parroci. «Il funerale deve passare per le strade, come è sempre avvenuto — spiega Gigi Begni, conosciuto in città per la sua ironia che non manca nemmeno in questa occasione — Se il funerale non passa più in strada, non muoio!». «Problema viabilistico? Ma non scherziamo — dice Domenico Garofalo — Il sindaco non ci ha preso nemmeno questa volta: i funerali erano l’ultimo dei mali della nostra viabilità».
La schiera degli scontenti sembra bella gonfia: e sono soprattutto i più anziani i più legati alla tradizione del corteo che sfila, più o meno silenzioso, dalla casa del defunto fino ad infilarsi in chiesa. Più soft il commento di Mauro Compostella, e come lui molti altri: «Credo che le motivazioni dei parroci possano anche essere intelligenti. Io lavoro da una vita a Cinisello ma abito in un’altra città: so che anche lì, e da molte altre parti, c’è in discussione questo argomento».
di Andrea Guerra

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