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lunedì 20 agosto 2012

Il campione olimpico tunisino Oussama Mellouli minacciato di morte per non aver onorato il Ramadan



Il nuotatore Oussama Mellouli è l’atleta tunisino più medagliato nella storia delle olimpiadi: due ori e un bronzo. I gradini più alti del podio sono stati conquistati da Mellouli a Pechino 2008 nei 1500 metri stile libero e a Londra 2012 nella estenuante maratona dei 10 km di fondo in acque libere, stessa specialità in cui ha vinto il bronzo l’italiana Martina Grimaldi nella gara femminile svoltasi il giorno prima. A Londra 2012, il nuotatore tunisino ha vinto anche il bronzo nei 1500 metri stile libero.
Nella sua carriera anche una squalifica di 18 mesi per doping in seguito alla positività all’anfetamina riscontrata in un controllo antidoping risalente a novembre 2006. Questo non ha impedito al plurimedagliato Mellouli, che non ha mai smesso di vincere neppure dopo la squalifica, di essere un eroe in Patria.
Con una macchia. La squalifica per doping? Nient’affatto. Mellouli, islamico praticante, è stato “sorpreso” dalle telecamere mentre beveva e ingeriva degli zuccheri durante la gara di nuoto di fondo, al termine della quale ha vinto l’oro.
Nulla di strano, tutto normale. Ci mancherebbe che un atleta non si possa rifornire nel bel mezzo di una delle gare più faticose e massacranti delle olimpiadi. Eppure, alcune intransigenti e fanatiche associazioni islamiche non hanno voluto sentire ragioni: quel giorno si era ancora in pieno Ramadan, ed ogni buon islamico non può mangiare e bere prima del tramonto.
Tutti gli atleti di fede islamica, Mellouli compreso, hanno ricevuto da parte delle autorità religiose il permesso di contravvenire alle regole durante le olimpiadi, ma evidentemente qualcuno non ha gradito.
La Gazzetta dello Sport di oggi e alcuni siti on line raccontano l’odissea del campione olimpico, fatto oggetto persino di minacce di morte che hanno spaventato i familiari. Tali minacce sono state pubblicate persino sull’account facebook dell’atleta.
“Sono in stato di choc” ha commentato un sorpreso Oussama Mellouli “penso che chi mi ha minacciato rappresenti soltanto l’1% della popolazione tunisina. Non è il caso che i miei famigliari si inquietino, ma bisogna stare attenti”.
Una minoranza, sicuramente. O perlomeno si spera. Ma la follia dell’integralismo islamico non ha risparmiato neppure gli atleti medagliati.
di Riccardo Ghezzi © 2012 Qelsi

giovedì 12 luglio 2012

Il governo Monti stanzia 500 milioni per l’emergenza Nord Africa. E i terremotati italiani?


Il pacchetto di “spese indifferibili” contenuto nel decreto sulla spending review si è arricchito in extremis di un’altra voce: quella dei 500 milioni stanziati per assicurare anche quest’anno la prosecuzione degli interventi umanitari a beneficio dei cittadini nordafricani giunti in Italia in seguito alle recenti guerre civili scoppiate in Egitto, Libia e Tunisia. Con questi 500 milioni, le spese contenute nel decreto sono salite ad un totale di 3,2 miliardi di euro fino al 2013: spicca il miliardo stanziato per finanziare la partecipazione italiana alle missioni di pace già in corso anche nel 2013.
I 500 milioni di “spese umanitarie” stanziati per i cittadini del Nord Africa corrispondono all’importo destinato ai terremotati emiliani in virtù dell’aumento delle accise: i 2 centesimi a litro in più sul costo dei carburanti dovrebbero far entrare nelle casse dello Stato 500 milioni di euro da girare alle zone terremotate. Nel 2013 e 2014, a conta dei danni ultimata, il governo ha previsto che siano stanziati altri 2 miliardi, di cui però non v’è ancora alcuna certezza, oltre agli stanziamenti in arrivo dall’Ue.
I fondi sarebbero così ripartiti: 95% all’Emilia Romagna, 4% alla Lombardia e 1% al Veneto.
Al di là della perplessità che suscita il fatto che il governo abbia deciso di stanziare per il momento la medesima cifra per i terremotati italiani e per i cittadini nordafricani scappati dai loro Paesi, e che abbia destinato fondi per le zone terremotate solo dopo aver aumentato il prezzo della benzina, c’è da sottolineare che l’emergenza Nord Africa è già costata 520 milioni di euro alle casse dello Stato da febbraio 2011 ad oggi.
Si parla di 20.000 profughi di guerra provenienti dalla Libia. Ogni migrante sta costando 42 euro al giorno, 80 se minorenne.
Soldi ben spesi? Nient’affatto. La Protezione civile ha creato un sistema di accoglienza, affidandolo senza gare a strutture private: i risultati sono sfociati in ruberie, disservizi, mancanza di controlli, rivolte, sassaiole, strutture fatiscenti e procedure troppo lente. Per chi vuole approfondire, rimandiamo a questo articolo.
Intanto, nel silenzio dei media, si levano le prime voci di protesta dal parlamento. Ecco la dichiarazione del deputato mantovano Gianni Fava, della Lega Nord, rilasciata alle agenzie di stampa:
Io da oggi mi sento nordafricano, perché per questo governo i territori italiani sono uguali al Nordafrica.
Il governo ha dato ai terremotati per ora solo 500 milioni, non abbastanza risorse a cittadini che per decenni hanno contribuito al benessere del Paese ma sono stati dimenticati. Gli altri due miliardi forse.
Al Senato, all’articolo 23 comma 11 della spending review, si investono 500 milioni di euro, la stessa cifra data ai terremotati dell’Emilia, per la crisi del Nordafrica, territorio che a questo punto per il governo vale quanto la crisi nei nostri territori
di Riccardo Ghezzi © 2012 Qelsi